Al maestro Carella il podio dei Solisti Veneti «Scimone insostituibile, un lascito enorme»

Insostituibile. L’aggettivo risuona come un’eco, rimbalza da un intervento all’altro. Non è un moto di emozione, è un dato di fatto. Quello che il maestro Claudio Scimone è stato per i Solisti Veneti, nessun altro potrà mai esserlo; non solo perché lui era il fondatore e padre, ma soprattutto per l’elargizione costante di musica, passione, cultura e per l’inarrivabile carisma che alla sua creatura lui ha garantito.
Così oggi, a quasi nove mesi dalla sua morte, i Solisti non cercano una introvabile continuità e annunciano l’arrivo di un nuovo direttore che sarà, però, “principale” che significa non unico. È il maestro Giuliano Carella, milanese di nascita e veronese di adozione; una carriera iniziata sotto l’ala dello stesso Scimone che al Conservatorio di Verona a lui, giovane e studente alle sue lezioni di Musica da Camera, affidava il compito di guidare la classe nelle lunghe assenze per le tournée con i Solisti. Dell’orchestra è stato anche, a lungo, presidente.
Per essere presentato nel nuovo incarico, Carella arriva a Padova da Nizza dove la sera prima ha diretto la generale di “Faust” e dove torna in fretta perché stasera l’opera debutta. La sua è una carriera sfolgorante, e soprattutto estera benché abbia diretto dai podi dei principali teatri italiani, dall’Arena alla Fenice, dal Regio di Parma al Massimo di Palermo per citarne solo alcuni. «Claudio è insostituibile» dice «e il suo lascito culturale, musicale, artistico, filosofico è enorme. Non c’è successione ma solo il desiderio di preservare, di difendere, di continuare».
Nella nuova era, i Solisti avranno dunque una doppia direzione: quella artistica è affidata a Clémentine Hoogendoorn Scimone ( che ringrazia per l’affetto e il sostegno che i Solisti hanno ricevuto in questi mesi), quella musicale al maestro Carella, che però non sarà l’unico sul podio (dove si immagina senza bacchetta, «in comunanza con i musicisti» e dove dovrà rimodulare non poco il gesto visto che è abituato a dirigere masse anche di cento orchestrali) Ci potranno essere altri direttori, in questo caso “ospiti”; e comunque «i formidabili musicisti dei Solisti hanno dimostrato in questi mesi di sapersi dirigere molto bene da soli».
La decisione sulla nomina, ufficializzata ieri in Comune a Padova alla presenza dell’assessore Andrea Colasio, del presidente della Provincia Fabio Bui e del presidente dei Solisti Vittorio Dalle Ore, ha avuto tempi lunghi, sono state vagliate diverse figure; è pur vero che il maestro Scimone (forse vivendo tra pagine immortali non riusciva a intuire per se stesso una fine) non ha mai cresciuto accanto a sé una figura che potesse nel futuro sostituirlo nella continuità.
Ora i Solisti, in quello che è il loro 60esimo anno di vita e con la nuova guida, sono pronti ad affrontare il 49esimo Festival Tartini; il loro repertorio, assicura Carella, resterà immutato perché il focus è nel barocco e nel Veneto, ma ci saranno innesti di «musica popolare» non meglio specificata.
Dovranno coltivare anche un vivaio; quanto al nome, l’idea di poter ricordare formalmente che sono, e restano, I Solisti Veneti di Claudio Scimone non viene presa in considerazione. Dalle Ore è certo: «Alle orchestra i nomi troppo lunghi non giovano» . —
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