Archeologia del segno nelle “Lettere da Pompei”

Selezionati dal Museo di Napoli, arrivano a Comacchio importanti reperti che illustrano i diversi aspetti della pratica della scrittura e della comunicazione, tra segno e immagine. È la mostra...

Selezionati dal Museo di Napoli, arrivano a Comacchio importanti reperti che illustrano i diversi aspetti della pratica della scrittura e della comunicazione, tra segno e immagine. È la mostra “Lettere da Pompei. Archeologia della scrittura”, fino al 2 maggio a Palazzo Bellini. Scopo dell’esposizione è quello di accompagnare i visitatori alla scoperta dell’evoluzione del linguaggio e degli strumenti della comunicazione dalle origini a oggi, partendo dai reperti pompeiani, che rappresentano uno degli apici delle forme di comunicazione del mondo antico. La mostra è organizzata in quattro sale; affreschi e reperti provenienti dal Museo di Napoli raccontano l’impiego quotidiano e il potere della parola in ambito religioso e politico.

La prima sala è dedicata alle forme della comunicazione attraverso i secoli, con focus sull’acquisizione e la pratica della comunicazione grafica e simbolica in Italia. Nel cuore della mostra, la seconda e la terza sala presentano affreschi, iscrizioni e oggetti provenienti dal Museo Archeologico di Napoli. Negli affreschi della seconda sala sono rappresentati gli strumenti della scrittura, tavolette, papiri, calamai. In quelli della terza, l’immagine della società attraverso la forza della comunicazione.

Nell’ultima sala, infine, immagine e scrittura si fondono, tornano alla dimensione locale; è esposto anche il dipinto che ritrae il martirio di S. Cassiano, patrono di Comacchio, insegnante presso una schola scriptoria e letteralmente caduto sotto i colpi di uno stilo.

Infine un passaggio nel contemporaneo con il bilancio dell’alfabetizzazione scolastica, ma uno sguardo anche alla continuità del mezzo figurativo come veicolo culturale e sociale, come dimostra - e documenta in mostra - il fenomeno della street-art.

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