Canzoni e fotografie È così “Personale” la nuova pelle di Fiorella Mannoia

«Un album di speranza e di amore verso il prossimo In un tempo carico di odio l’artista deve portare equilibrio» 
08/08/2018 Vulci (VT) Fiorella Mannoia partecipa al Vulci Livefest 2018
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«Questo è un album di speranza e di amore verso il prossimo. Un disco che nasce in un periodo carico di odio, di astio e in cui si avverte ancora di più il ruolo di noi artisti: riequilibrare questa bilancia». Usa queste parole Fiorella Mannoia per presentare il suo nuovo album, “Personale”, uscito venerdì. Un disco le cui canzoni saranno portate dal vivo al pubblico veneto con un concerto in programma sabato 18 maggio al Gran Teatro Geox di Padova.

«Attualmente stiamo lavorando alla scaletta dei concerti, la parte più difficile dell’intera organizzazione. Da un lato c’è il mio desiderio di fare ascoltare tutte le canzoni nuove; dall’altra, la necessità di arrivare a una mediazione, con uno spettacolo di un paio d’ore in cui possano trovare spazio anche i brani più vecchi e conosciuti».

Cacciatrice di immagini

Musica in studio, musica dal vivo e fotografia: i tre punti intorno ai quali ora ruota la vita artistica di Fiorella Mannoia. Ciascuna delle tredici tracce che compongono la tracklist di “Personale”, infatti, è accompagnata da un’immagine, scattata dall’artista romana. E il legame con il mondo della fotografia, d’altra parte, è intuibile anche a partire dal titolo del disco: «“Personale” è la mia visione del mondo, ma è anche la mia mostra personale. Un’esposizione che per il momento non esiste, ma che in futuro ci sarà. Forse proprio alla fine del tour. Sono stati i miei collaboratori a pensare a questa associazione tra fotografie e canzoni. Io all’inizio ero perplessa, ma poi mi sono fatta convincere» aggiunge Mannoia. «Mi sono appassionata alla fotografia un paio di anni fa, quando sono passata dagli scatti realizzati con il cellulare a quelli con una macchina professionale. Da quel giorno è cambiata anche la mia visione del mondo. Prima camminavo per strada in maniera distratta, mentre ora mi muovo come una “cacciatrice” perennemente alla ricerca di un volto interessante, di un taglio di luce o di un gioco prospettico da cristallizzare in uno scatto».

Un volto è ad esempio quello di “Penelope”, la cui figura è raccontata nel disco dalla penna di Ivano Fossati: «Lui non ha mai smesso di scrivere per me. Fu proprio Ivano a leggere prima di chiunque altro il mio primo testo, “Se solo mi guardassi”, per poi farne una canzone. Ora mi ha proposto questo brano molto vicino al Fossati di “Panama”: è un Ivano d’annata». Mentre ha trovato poco spazio, questa volta, la penna di Fiorella. «Rimango un’interprete. So ammettere quando i pezzi che mi vengono proposti sono migliori di quelli che ho scritto io, come è successo con questo disco. D’altra parte, si compone solo quando arriva l’ispirazione. Comunque, oltre ad aver scritto le parole di “L’amore è sorprendente”, ho messo mano a diversi altri testi, adattandoli alla mia sensibilità».

Le carezze

Tra le firme illustri anche quella di Luca Barbarossa, autore di un brano in romanesco, “L’amore al potere”: «Penso che il verso della canzone “Con le carezze facciamo opposizione” sia il più rappresentativo dell’intero disco. Lo trovo splendido». Una frase che tradisce il doppio livello su cui si muovono le tredici tracce: quello individuale dei sentimenti e quello universale del sentire comune. —



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