Con meno chiasso e parolacce “Grease” sarebbe (quasi) perfetto

Il peccato originale è nella riscrittura delle canzoni in italiano che, irrimediabilmente, lava via un po’ di brillantina. Eppure l’terno “Grease” piace al pubblico che applaude battute e mossette vecchie e nuove. Piace malgrado la musica altissima, che rende tutto troppo urlato continuando a fischiare nelle orecchie anche a spettacolo abbondantemente concluso. E visto che l’energia di uno show non si misura in decibel, il risultato è che spesso le note sparate finiscono per coprire le - ottime - voci dei protagonisti.
Il valore aggiunto di una storia iconica - il cui tentativo di ammodernamento si inceppa incomprensibilmente nell’uso delle parolacce - è proprio nelle voci del cast, tanto nelle parti corali quanto negli assoli, con un Danny in gran spolvero con “Sandy”, pur appena mollato al drive-in, ma vanno a segno anche Rizzo con “There are worse things I could do” che in italiano purtroppo diventa “Sbaglierei molto di più” e Sandy nella ripresa di “Look at me I’m Sandra Dee/Guarda qui c’è Sandra Dee”. Ma tra i numeri più riusciti ci sono senza dubbio la versione italiana di “Beauty school drop-out/Torna alla scuola” e “Those magic changes/Magiche note”, mentre si potrebbe tranquillamente fare a meno della lecita ma per nulla poetica interpretazione di “Ti mostro il c...”, la “Mooning” della versione originale, a riprova del fatto che, in certi casi, giocare sull’equivoco è un valore aggiunto.
Sono quindi le voci e i ritmi rock - quelli fortunatamente intonsi - di una delle colonne sonore più longeve a reggere lo spettacolo anche quando la recitazione si fa un po’ macchiettistica e pone complessivamente tutti un po’ sopra le righe, a partire da Frenchy, mentre in Danny - che pure ha la faccia giusta - e Kenickie non c’è ombra della tenebra adolescenziale.
Certo misurarsi ogni sera con il fantasma di John Travolta e Olivia Newton-John appare un confronto iniquo per chiunque e “Grease”, che in Italia ha il grande merito di aver sdoganato il musical, ha raggiunto da tempo la maggiore età a suon di repliche per diventare ormai un porto sicuro dell’intrattenimento per tutte le età.
Quindi la gente applaude, si diverte e assalta per due sere il Geox a Padova. E se il pubblico che riempie un teatro ha sempre ragione, non resta che abbassare la musica e aumentare la brillantina: siamo al fast food, non in discoteca.
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