Dalla Collezione Salce nasce a Treviso un nuovo museo

Il 4 aprile la prima mostra dedicata ai manifesti e poi il centro nazionale sulla storia della pubblicità
Di Anna Sandri

di Anna Sandri

Quattro mesi. Tanto - oppure ormai, davvero poco - manca per vedere finalmente svelato al pubblico un grande patrimonio dell’arte italiana. Il 4 aprile, apre a Treviso la prima mostra tematica costruita grazie alla Raccolta di Manifesti Salce. E sarà una vernice importante, perché in questa occasione nascerà ufficialmente anche il Museo Statale Collezione Salce, al quale la città dove il collezionista Nando Salce nacque e visse, dedica una doppia sede.

La Raccolta Salce, che è la più importante nel suo genere in Italia, e in Europa divide il primato con il parigino Musée de la Publicité, per iniziativa del Ministero per i Beni Culturali - che ne è il proprietario - ha trovato collocazione finalmente adeguata. Treviso gli dedica due spazi: la chiesa di Santa Margherita e dell’edificio comunicante con la chiesa di San Gaetano, in via Carlo Alberto.

Nella prima delle due, la chiesa di Santa Margherita, stanno trovando collocazione, in grandi cassettiere tecnologiche, i 24.580 manifesti raccolti da Nando Salce e dalla moglie Regina Gregory in una lunga vita di appassionata ricerca e catalogazione. Qui, saranno aperti anche i laboratori scientifici nei quali si provvederà alla loro conservazione e manutenzione: sono pur sempre di carta, e dunque delicatissimi.

«Questi ambienti sono stati pensati per la conservazione e non per una fruizione pubblica allargata» spiega Marta Mazza, direttore del nuovo Museo «e l’accesso sarà limitato agli studiosi». Chiunque, tuttavia, potrà vedere l’intera collezione, attraverso le immagini che saranno inserite nel sito www.collezionesalce.beniculturali.it. Alle fine del 2018, quando i lavori della sede saranno conclusi, piccole mostre temporanee saranno allestite in uno spazio dedicato.

Ma già dal prossimo 4 aprile i manifesti Salce si mostreranno al pubblico. Sarà nella seconda sede, quella di San Gaetano dove, proprio a partire da aprile, ogni quattro mesi una nuova mostra illustrerà una diversa sezione della sconfinata collezione. «Quattro mesi» dice Mazza «sono il tempo massimo previsto dai protocolli di conservazione di questi preziosi e fragili materiali».

La prima mostra si intitola “Illustri persuasioni. Capolavori pubblicitari dalla Collezione Salce” e si svilupperà in tre fasi successive organizzate per cronologia e senza soluzione di continuità: “La Belle Époque”, “Tra le due guerre” e “Dal secondo dopoguerra al 1962”. In poco meno di un anno, saranno circa 300 i pezzi della Collezione proposti alla al pubblico: una sorta di antologia della grafica pubblicitaria per come la scelse e la conservò Nando Salce, dalla prima giovanile acquisizione del 1895 fino alla morte, nel 1962.

Il primo appuntamento, “La Belle Époque”, rinnoverà i fasti di un momento storico tra i più vivaci e innovativi dell’epoca moderna, caratterizzato da grandi trasformazioni urbane e di costume: le Esposizioni Universali, l’architettura del ferro e del vetro, la bicicletta e l’automobile, la luce elettrica, la moda per tutti, i cabaret, l’assenzio e lo champagne. Un’epoca che, nonostante le oggettive diseguaglianze e povertà, ammantò se stessa di un’esuberante joie de vivre, decorata di fiori e scintillante di luci. Fu per il cartellonismo un’età dell’oro, durante la quale affascinanti immagini colorate tappezzarono i muri delle città.

La mostra di apertura del Museo Nazionale Collezione Salce proporrà le pattinatrici di Jules Chéret, le ballerine di Leonetto Cappiello, le preziose figure di Alfonse Mucha, le dame alla moda di Terzi, di Villa, di Mazza. Ma illustrerà anche quella via tutta italiana al cartellonismo che porta i nomi di Leopoldo Metlicovtz o Giovanni Maria Mataloni.

Per la prima volta, inoltre, i manifesti di grande dimensione saranno affiancati da materiali diversi presenti in Collezione, come calendari, locandine, latte serigrafate; e sarà proposta una selezione di foto storiche del periodo.

Il nuovo Museo di Treviso non si limiterà a conservare e valorizzare il patrimonio Salce, ma si propone anche di incrementarlo, aggregando raccolte diverse, a continuazione della Collezione originaria, conclusa nel 1962. È il seme del Museo Nazionale Italiano della Pubblicità, omologo al parigino Musée de la Publicité (Museé des arts décoratives).

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