Dalla griglia ai Mondiali di Bbq: il team campione di cottura lenta

La squadra è composta da sei padovani. L’avventura è iniziata come una passione

PADOVA.

Dalla griglia di casa ai campionati del mondo di barbecue. È l’incredibile storia di sei ragazzi padovani, tra i 35 e i 40 anni, che hanno iniziato per divertimento scoprendo di essere talenti delle cotture lente. Si tratta di Alberto Dalla Libera, che gestisce un negozio di fiori a Mestrino; Claudio Bressanini, che ha un’azienda di schede per pc; Jacopo Bertagnin, commercialista; Gabriele Pellecchia, romano trapiantato a Padova, controllore di volo; Filippo Fusaro, ingegnere e Nicola Pelosin, che ha un negozio di occhiali. A Modena, all’ultima gara dei campionati nazionali, hanno trionfato come Leon Bbq team: sesti in classifica generale, assicurandosi la qualificazione ai campionati mondiali dell’anno prossimo; primi assoluti in due categorie, quella di “salsa Bbq”, grazie ai celebri dosaggi di Alberto e in “cake”, merito della torta gourmet di Jacopo; inoltre noni per “pulled pork”, ovvero il maiale sfilacciato. Orgoglio non solo per Padova ma per il Veneto, visto che erano l’unico team del territorio.

la sfida

Il National Barbecue Championship è il più grande campionato nazionale di Bbq in Europa. Possono iscriversi squadre professioniste e amatoriali e l’adesione può essere effettuata al campionato o solo a una o due gare. La sfida dura cinque weekend che impegnano i team (sotto un sole cocente e temperature incandescenti) in varie categorie: “overall wbqa” che prevede “chicken” (pollo), “ribs” (costine), “pork” (maiale) e “brisket” (punta di petto) e “extra overall”: “cake” (dolce), “veggie” (verdure), “sauce” (salsiccia), “mystery box”, “chef’s choice”. I piatti preparati dai team vengono assaggiati e giudicati da giudici internazionali certificati “Wbqa” secondo tre parametri: gusto e aroma; struttura e morbidezza; creatività. «Ci siamo confrontati con 36 squadre e metri di giudizio tipicamente americani», racconta Alberto che non riesce a nascondere eccitazione (per la vittoria) ed entusiasmo (per i Mondiali). «Consegni il piatto, al quale è assegnato un numero, in modo che sia tutto anonimo per scongiurare simpatie, poi speri. Il massimo dei punti è 60 che sta per “perfezione”, con la salsa ho raggiunto 56 e mezzo. Mica male. Del resto mi sono avvicinato a questo mondo per puro caso un paio di anni fa. Alla prima gara con la salsa sono arrivato secondo e ho pensato al classico colpo di fortuna. Alla seconda sono arrivato primo e da allora non mi sono più schiodato dal podio». Le gare cominciano a marzo, con la primavera, ma gli allenamenti già a gennaio e via ogni due settimane: c’è da testare morbidezza della carne, gusto, sapore. «Ad esempio, per le costicine da podio a ogni morso la regola dice che deve rimanerci lo stampo dei denti». E per raggiungere questi livelli c’è da lavorare continuamente, tanto più che si gioca sulle cotture: ad esempio per la punta di petto, richiede 10-12 ore. «Quando vinci» aggiunge Alberto «quando ti chiamano per dirti che sei ai Mondiali, senti un brivido lungo la schiena, siamo orgogliosi di essere veneti e padovani. Poi c’è anche una soddisfazione economica: alle gare vinci 1000-1500 euro e ti paghi trasferte, iscrizioni e strumenti fantastici. E intanto mi hanno contattato da Masterchef: non ho mai fatto un casting, ma volevano lo stesso il curriculum». —


 

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