Genitori senza istruzioni quando i rapporti fanno rinascere

“Famiglia all’improvviso - Istruzioni non incluse” è un film francese di Hugo Gélin, remake di un altro, messicano, del 2013, che in patria ha già riscosso grande successo, anche grazie alla presenza...
Di Michele Gottardi

“Famiglia all’improvviso - Istruzioni non incluse” è un film francese di Hugo Gélin, remake di un altro, messicano, del 2013, che in patria ha già riscosso grande successo, anche grazie alla presenza sullo schermo, nella parte di Samuel, di Omar Sy, uno degli attori transalpini più famosi anche all’estero (“Quasi amici”, “Mister Chocolat”), qui affiancato da una bravissima Gloria Colston nel ruolo della ragazzina. Samuel vive la sua vita senza legami e responsabilità in riva al mare nel sud della Francia, circondato dalla gente che ama e con cui lavora, tra motoscafi d’altura, discoteche, donne e bel sole. Tutto fila liscio fino a quando una vecchia fiamma (Clémence Poésy, poco poetica e molto sgradevole) non gli lascia in braccio una bimba di pochi mesi e se ne va: è Gloria, sua figlia. Incapace di prendersi cura della bambina, Samuel vorrebbe restituirla alla madre precipitandosi a Londra per rintracciarla, ma senza successo. Trova invece un lavoro da stuntman nel cinema inglese e decide di restare nella capitale britannica. Otto anni dopo, quando Samuel e Gloria sono diventati inseparabili, la madre della piccola torna nelle loro vite per riprendersi la figlia, scatenando l’orgoglio del padre e spiacevoli battaglie legali. Mescolando i generi e i temi più disparati e diversi, Gélin fa un film delicato e poetico, anche quando è chiassoso e spaccone. E se un difetto ha, “Famiglia all’improvviso”, è di mescolare troppi elementi e troppe storie, attorno a tre personaggi chiave. Parte come un film francese, tra tombeur de femmes e genitori irrisolti, ci mescola qualcosa di americano nel dare un senso a una famiglia allargata molto bipartisan e allegra, tra un padre stuntman e amici gay, continua nel dramma, evocando aule di tribunale e prove del Dna, per finire nel melò triste e quasi crepuscolare, addolcito dal sole caldo della Costa Azzurra. Il tema generale del film, sotteso dall’originale in francese - “Demain tout commence” - è quello della rinascita. Il giovane scapestrato che comincia a fare il padre, e ci riesce pure, costruendo per la figlia un universo dorato (e controllato); la bambina che cresce, bilingue e sveglia, a Londra; la madre che ritorna a una nuova vita, abbandonando un’assenza decennale e anche una parvenza, quella di agente segreto in cui l’aveva incorniciata Samuel per tutelare la bimba; e quella di Gloria, prima tutta dedita al padre, poi affascinata dalla madre e infine in bilico tra entrambi. Per ognuno di questi stadi della vita, Hugo Gélin elabora un mood narrativo: e alla fine il film regge ben più dei suoi squinternati protagonisti.

Durata: 118’. Voto: ***

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