Il Core lancia l’edizione 2020 e sogna il centro città

Nemmeno il tempo di archiviare la prima edizione, è già si pensa alla seconda. Il Core Festival, chiuso domenica sera dopo tre giorni di concerti che hanno portato a Treviso 27 mila persone (il dato ufficiale), fissa già l’appuntamento per il 2020: dal 12 al 14 giugno, come “tradizione” nell’area dell’ex Dogana di Treviso.
La caratteristica
Sarà ancora una volta, come sottolineato dal founder Amedeo Lombardi, un trionfo della musica italiana, la vera vocazione della neonata rassegna che ha ospitato nei giorni scorsi alcuni degli artisti di classifica più amati e gettonati dai giovani. Da Calcutta, Myss Keta e Ghemon a Salmo, Gemitaiz e Achille Lauro, per arrivare infine a Emis Killa, Måneskin e Articolo 31; sono stati loro i protagonisti, in un cartellone che ha visto la presenza di almeno una cinquantina di artisti capace di catturare ragazzi, studenti in festa per il termine delle scuole ma anche famiglie, che domenica hanno potuto portare i propri figli più piccoli gratuitamente al Core.
la lettera
Lombardi, da nove anni organizzatore dell’Home Festival (pronto allo sbarco a Parco San Giuliano tra un mese), ha voluto esprimere attraverso una lettera di ringraziamento le proprie aspirazioni per il Core del futuro. «Partono da qui il desiderio e la proposta che rivolgo alla città di Treviso: con l’aiuto e la collaborazione di tutti possiamo ipotizzare di portare il nucleo del Core in centro città, diventando insieme un solo cuore che batterà all’unisono durante quei giorni. Siamo sicuri che il modello che abbiamo fatto nascere avrà la possibilità di svilupparsi e sarà capace di adattarsi negli anni alle nuove tendenze artistiche».
rock, grinta e applausi
Tra i momenti più significativi del weekend appena trascorso, da ricordare la pacata compostezza di Calcutta con i brani del suo già interessante repertorio (dalla Tachipirina di “Paracetamolo” a “Cosa mi manchi a fare”) affiancata alle provocazioni di Myss Keta, sempre mascherata e altrettanto speziata come nel suo ultimo album, “Paprika”. Di grande impatto e potenza il set di Salmo, che nel sabato sera trevigiano ha fatto vibrare la Dogana con le sue rime sempre taglienti e una “grinta cattiva” capace di sprigionare energia e partecipazione collettiva; ma anche il “1969” di Achille Lauro ha riscosso ovazioni di tutto rispetto. Curiosità soddisfatta anche per chi non avesse mai visto e ascoltato i Måneskin dal vivo: rock nel senso più letterale del termine, quello dei giovanissimi romani, anche se la canzone più apprezzata è stata quella “Torna a casa” capace di intenerire i cuori dei presenti.
la chiusura
Chiusura speciale con gli Articolo 31: dopo un intro video ad hoc, con un blob costituito da spezzoni del meglio e del peggio della tv degli anni Novanta, domenica sera J-Ax e Dj Jad si sono lanciati nella ricomposizione di una carriera condivisa e data per conclusa. A giudicare dalla risposta del pubblico, il duo di “Tranqui Funky” può ben sperare di avere ancora qualcosa da dire. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova