«Io come Vincent Van Gogh a furor di web»

Un artista padovano scala la classifica mondiale del contest lanciato da Douglas Coupland, autore del romanzo cult  "Generazione X",  per la ricerca del sosia perfetto

Un mondo, va da sé finora sommerso, di sosia di Vincent Van Gogh: quasi 800 (ma ogni giorno aumentano) uomini, capelli e barba rossicci, naso aquilino, occhi azzurri puntuti. Moltissimi con in testa il cappello di feltro grigio, quello chiaro o il berretto col pelo degli autoritratti.

Alcuni hanno voluto strafare e si sono piazzati pure la benda sull’orecchio sinistro (quello che Vincent si rasoiò durante una delle tante crisi). Altri ci hanno dato dentro con il realismo e con la vernice rossa, e giù rivoli di sangue dalla benda. Altri ancora, tanti, con a fianco la copia di un autoritratto a far spiccare la somiglianza.

Ha dipinto se stesso per più di 40 volte, il genio olandese, e adesso uomini di tutte le età e da tutto il mondo stanno facendo a gara per assomigliare a quei quadri. Tra i primi in classifica (visto che di concorso si tratta), un padovano, Davide Cortesi. La posta in palio sono 5 mila euro, non poi una cifrona ma è altro che muove i sosia: è quel che di Van Gogh che si portano dietro e dentro, vista la palese, a volte eccezionale, somiglianza; una vita a sentirselo dire, magari a coltivare la barba proprio come lui, a giocare con la fantasia, con un po’ di orgoglio per quelle fattezze d’arte, di genio e di follia, e con un po’ di vanità.

A mettere in rete il “concorsone” è stato nientemeno che Douglas Coupland, 55 anni, scrittore canadese, che nel 1991 esordì con il romanzo “Generazione X” e fece il botto, forgiando l’omonima definizione. Sta cercando un sosia del pittore non per chissà quali bizzarrie letterarie ma per realizzare una gigantesca testa in bronzo di Van Gogh (almeno tre metri di altezza) che dovrà essere la più somigliante possibile e per la quale è appunto necessario un modello adeguato.

Il risultato su web è una planetaria galleria di gemelli, fratelli, cugini o lontanissimi parenti. Di Vincent. Come appunto il padovano Davide, 39 anni, videomaker, artista di strada, youtuber, cabarettista. Per inciso, sono notevoli le sue poesie mono-vocaliche comiche (metti quella censuratagli da Italia’s Got Talent intitolata “Che belle tette”, tutte parole, e tantissime, contenenti una unica vocale: la e). Oppure le incursioni in giro per la città nei panni del sergente maggiore Hartman, quello di Full Metal Jacket. In divisa da istruttore di Marines, Davide entra nelle aule studentesche a fare lo stronzo, a obbligare a rispondere “signorsìsignore”, a fare flessioni, a prostrarsi e via. I ragazzi sono prima basiti, poi qualcuno ride, taluni restano con la mandibola pendula, altri si ritrovano a inginocchiarsi per fare il gioco del cattivo sergente.

Vabbè, tornando a Van Gogh. Cortesi ha inviato al concorsone la sua foto con il cappello, accanto all’autoritratto del pittore con feltro in testa. Una goccia d’acqua. E infatti è uno dei più votati del globo. «È da sempre che mi sento dire che assomiglio a Van Gogh. L’esperienza e l’idea di Coupland» racconta Davide «mi sembrano molto interessanti. Il caso vuole che, qualche anno fa, posando per il fotografo Mauro Evola, alias AmourAlove, ci venne l’idea di realizzare un tableau vivant della celeberrima opera di Vincent Van Gogh “autoritratto con cappello di feltro” (1887/1888). Il risultato fu straordinario. Poche settimane fa, per caso, mi segnalano il progetto dell’artista canadese. Beh, decido di inviare immediatamente la foto e nel giro di pochi giorni raggiungo, grazie ai voti dei visitatori del sito, l’attuale sedicesimo posto della classifica mondiale». Se sono girasoli, fioriranno. A Coupland piacendo.

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