La base Nato, la Difesa aerea i segreti nel ventre della terra

Il Venda racconta anche un’altra storia, più recente e forse meno affascinante di quella millenaria degli eremiti. Una storia che però segna la vita e anche la geografia di questo luogo. Una storia che comincia con la Guerra Fredda, lo scontro post-bellico tra i due grandi blocchi mondiali, quello legato agli Usa e l’altro influenzato dall’Unione Sovietica. Un capitolo di questo lungo conflitto si combatte anche negli Euganei. L’occhio degli americani nei Colli Euganei è la base Nato del Monte Venda. Già alla fine della guerra mondiale il Venda viene scelto come spazio militare, tanto che nel 1950 si comincia a costruire la strada che da Castelnuovo porta alla vetta del monte. È una strada che sarà utilizzata per motivi militari, ma che servirà anche per raggiungere la grande antenna di cento metri della Rai. La Rai acquista un’ampia fetta in vetta – 15 mila metri quadrati – e inaugura il suo pennone il primo maggio 1954; sei anni dopo sarà sostituito da un altro, trenta metri più alto. Nel 1955 qui viene trasferita la sede del I Dat, acronimo che sta per Difesa area territoriale (e che poi diventerà I Soc e ancora I Cor e infine I Roc), che dall’aeroporto di Treviso si sposta nel Venda. I primi uffici e le sale operative trovano spazio in alcune palazzine esterne, almeno fino a che, nel 1959, non vengono conclusi i lavori della galleria protetta. La galleria è a una profondità che va dai 20 ai 70 metri, scavati nel ventre del Venda, e si estende per 1.046 metri. Sale operative, monitor, reti radar, computer e telescriventi trovano spazio in questo bunker, in cui operano cinquecento militari effettivi.

Il Venda è il cuore del coordinamento e del controllo tattico di tutti i reparti operativi della regione aerea, dunque almeno fino a Roma. Al suo occhio vigile non scappa nulla di quanto vola nei cieli di questa ampia fascia d’Italia e d’Europa. Basi simili a questa sono rarissime nell’Europa mediterranea: ce n’è una sul Monte Cavo, nei Colli Albani, e a Martina Franca, in provincia di Taranto. Nome in codice della base: West Star (stella dell’occidente). Tra i soldati italiani, invece, la base viene chiamata Rupe, proprioperché scavata nella roccia. La base sarà fondamentale anche negli anni Novanta: durante le operazioni in ex Jugoslavia, vengono coordinate da qui circa 22 mila missioni annue da e per il cielo della Bosnia Erzegovina, oltre a quelle d’addestramento effettuate sul territorio nazionale dai reparti di volo alleati. L’ex base Nato ha smesso di funzionare nel 1998, ma purtroppo non ha cessato di far parlare di sé. Molti dei militari che hanno prestato servizio al I Roc, infatti, cominciano a morire di tumori polmonari: colpa dell’esposizione per ore e ore e per anni e anni (dunque sia chiaro, nessun rischio per chi si ritrova a passeggiare nei colli) al gas radon, sprigionato dalla natura vulcanica degli Euganei, che nella pancia del Venda è impossibile da scampare.

Su questo sta facendo luce la magistratura. —



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova