La scossa al musical italiano dei nostri “American Idiot”

ASSAGO. Broadway, Italia. “Green’s Day American Idiot” - al Teatro della Luna di Assago fino a domenica - dà finalmente una scossa al musical italiano portando sul palco energia e talento. Per una...

ASSAGO. Broadway, Italia. “Green’s Day American Idiot” - al Teatro della Luna di Assago fino a domenica - dà finalmente una scossa al musical italiano portando sul palco energia e talento. Per una volta niente fanciulle in cerca di un principe per sempre e nessuna rassicurante storia salvifica, ma la vicenda di un gruppo di amici, insofferenti di fronte alla prospettiva di una vita di provincia mediocre e “teleguidata”, già magistralmente raccontata nel musical di Billie Joe Armstrong e Michael Mayer che solo al St James Theatre di New York ha messo in fila mezzo milione di spettatori. E se è vero che più alto è il punto da cui cadi, più male rischi di farti, avrebbe potuto finire in un bagno di sangue. Il lavoro del regista Marco Iacomelli invece, coprodotto da STM – Scuola del Teatro Musicale, Fondazione Teatro Coccia e Reverse Agency, con il sostegno di Fondazione CRT, già uso alle incursioni nel teatro musicale contemporaneo, si è “limitato” a una trasposizione fedele - vien da pensare che copiare sia una forma d’arte sottovalutata -, in cui il vero colpo di genio è stato quello di non tradurre le canzoni, evitando quello che è ancora oggi il peccato capitale del musical italiano. E scritturando un cast di assoluto talento, a partire dal giovane Ivan Iannacci “Johnny” - una rivelazione -, per passare a Renato Crudo, nel ruolo di “Tunny”, Luca Gaudiano “Will”, e Natascia Fonzetti “Whatsername”, quest’ultima senza dubbio la più completa. Perché se un difetto ha questa produzione, è quello di essere più brillante nelle parti cantate che in quelle, poche, recitate. L’eccessiva enfasi imposta dall’entusiasmo che tutto pervade, nell’uno e nell’altro caso, ha come risultato, infatti, di impedire agli attori di cambiare registro in corsa, nel passare a una parte più intima e introspettiva, ad esempio quando Heather annuncia a Will di essere incinta in “Jesus of Suburbia-Tales of Another Broken Home” o quando Johnny riflette sulla sua solitudine in “Boulevard of Broken Dreams”. Sfumature, in realtà, facilmente superabili in uno spettacolo in cui la parte vocale e quella musicale sono già di ottimo livello - brava la band - al punto da far pensare che il musical italiano sia finalmente cresciuto. Almeno fino alla prossima volta che qualcuno proverà a tradurre i testi. Un peccato, quindi, che “Green’s Day American Idiot” debba morire ad Assago senza affrontare un tour italiano.

E se il nuovo filone più spiccatamente lontano dal genere favolistico e vicino ai temi sociali è destinato a prendere, lentamente e faticosamente piede, Broadway resta un pozzo cui abbeverarsi. Uno su tutti, “Kinky Boots”, con musiche di Cindy Lauper e libretto di Harvey Fierstein.

Simonetta Zanetti

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