Leonardo e l’ultimo messaggio affidato alla Vergine delle Rocce

vicenza. Nella sterminata produzione su Leonardo, che accompagna i cinquecento anni dalla morte di Leonardo, non mancano i romanzi nè i thriller, con il grande pittore protagonista più o meno involontario. Stefano Ferrio, giornalista e scrittore vicentino, però ha fatto un passo più in là: ha sì inventato una trama oscura, con risvolti internazionali, ma nello stesso tempo ha poggiato le proprie fantasie sul lavoro di Maria Pirulli, che lo scorso hanno ha pubblicato un saggio che reinterpreta “La vergine delle rocce”, uno dei quadri più noti al mondo. Ne è uscito un romanzo a quattro mani, firmato appunto da Stefano Ferrio e Maria Pirulli, che si intitola “L’ultimo messaggio di Leonardo” (Skira, p. 301, 18 euro). L’ipotesi su cui la fiction si innesta è che all’interno della Vergine delle Rocce sia nascosto un messaggio. Che Leonardo, come altri pittori come Botticelli, amasse mettere chiavi di lettura più o meno segrete nei suoi quadri non è ipotesi nuova, tutt’altro. La novità sta nel messaggio, che sarebbe racchiuso nelle mani dei personaggi ritratti da Leonardo. Ognuno di loro traccia con la mano un gesto che ha qualcosa di curioso, ma per Maria Pirulli, storica dell’arte ed esperta di linguaggio per sordi, non si tratta di gesti solo simbolici, sono lettere dell’alfabeto dei sordi e indicano le lettere LDV, che stanno per Leonardo Da Vinci, volendo, ma anche per molto altro. A conferma, parziale, c’è la amicizia, coeva al quadro, tra Leonardo e Cristoforo De Predis, miniaturista sordo. Come si intendevano i due? Nessuna certezza, ma abbastanza per una ipotesi non troppo irreale. E del resto il thriller di Ferrio e Pirulli si interroga a modo suo anche su questo. Perché ha tutta una parte contemporanea che si gioca sui temi altrettanto contemporanei della postverità, del complotto, del mistero. —

Nicolò Menniti-Ippolito

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