“Mantegna and Bellini”, a Londra l’incanto del Rinascimento

Alla National Gallery il confronto tra i due grandi con prestiti eccezionali da tutto il mondo

VENEZIA

Venezia ha dovuto “accontentarsi” nei mesi scorsi del pur splendido e inedito confronto proposto alla Fondazione Querini Stampalia tra “La presentazione di Cristo al Tempio” dell’uno e dell’altro. Ma è Londra, alla National Gallery (fino al 27 gennaio) a proporre la prima grande mostra che mette finalmente a confronto diretto due colossi del Rinascimento italiano e veneto come Andrea Mantegna e Giovanni Bellini. Oltretutto cognati, avendo il primo sposato Nicolosia, la sorella del secondo.



La mostra londinese – curata da Caroline Campbell, direttrice delle Collezioni e della Ricerca della National Gallery, con prestiti in arrivo da tutto il mondo e da Venezia in particolare dalle Gallerie dell’Accademia, dal Ducale, dal museo Correr e dalla Querini Stampalia – vedrà tra l’altro al centro due contrapposizioni storiche tra i dipinti di Bellini e quelli di Mantegna.

L’una sarà appunto la riproposizione del confronto già visto a Venezia tra “La presentazione di Cristo al tempio” della Querini e quello di Mantegna, da cui il primo trasse ispirazione, ora a Berlino. L’altro vedrà invece affiancate le due raffigurazioni di “L’agonia nell’orto”, dipinte dai due artisti a circa sette anni di distanza l’uno dall’altro . Ma molti altri sono i possibili confronti tra i dipinti dello stesso tema, come tra la “Discesa di Cristo al Limbo” di Bellini (che oggi è al museo di Bristol)e quella di Mantegna (oggi in una collezione privata). Un confronto anche tra le due idee diverse di colore – oltre che di raffigurazione – anche sulla base dell’innovazione luministica belliniana, tra il “padovano-mantovano” Mantegna e il “veneziano” Bellini, comunque in stretto rapporto l’uno con l’altro.



La prima sala della mostra londinese, “Beginnig”», introduce gli ambienti distintivi delle due città di formazione di Mantegna e Bellini, appunto Padova e Venezia, con la visione tra l’altro dell’Album di Jacopo Bellini, padre di Giovanni, nella cui bottega pittorica quest’ultimo iniziò a lavorare, con 18 disegni messi a disposizione dal British Museum. La sala successiva, “Esplorazioni”, è invece dedicata proprio al rapporto diretto tra i due artisti, negli anni di maggiore vicinanza, quelli del matrimonio di Andrea con Nicolosia.

Qui sono i confronti tra le due “Discese al Limbo” e anche tra le Crocifissioni di Bellini e Mantegna, entrambi al Louvre.

“Pietà” è il tema della terza sala della mostra che si interroga in particolare sulle origini e lo sviluppo di un nuovo tipo di raffigurazione sacra, il Cristo morto sostenuto dagli angeli. In questa sezione, rilievi scultorei ma anche opere su carta come la “Pietà” mantegnesca dalle Gallerie dell’Accademia, e l’omonima tempera di Bellini, dagli Uffizi. La sezione successiva è invece dedicata alla raffigurazione del paesaggio nei due artisti, anche attraverso l’uso della luce naturale come elemento chiave delle composizioni, allargandosi anche al significato di opere religiose, come “La resurrezione di Cristo” di Bellini (da Berlino).

Sarà anche l’occasione di ammirare il restauro di “L’uccisione di San Pietro Martire” di Bellini che è già nelle collezioni della National Gallery e l’influenza di quest’ultimo su Mantegna nella raffigurazione accuratissima di Mantova che compare nella “Morte della Vergine”, dal Prado. La sala successiva è dedicata ai ritratti e alla pittura devozionale dei due artisti ponendo in particolare a confronto da una parte la Sacra Famiglia e la Madonna con Bambino di Mantegna (da Dresda e Berlino) e la “Madonna col Bambino e due santi” e la “Vergine col Bambino” di Bellini, rispettivamente dalle veneziane Gallerie dell’Accademia e ancora del Museo di Berlino.



L’ultima sala di questa esposizione da non perdere indaga infine la fascinazione per il mondo antico dei due grandi protagonisti del Rinascimento.

Non mancano quindi tre dei grandi e spettacolari “Trionfi di Cesare” di Mantegna, dalla Collezione Reale inglese, contrapposti ai monocromi scultorei di Bellini, tra cui un Episodio della vita di Publio Cornelio Scipione (dalla National Gallery di Washington) e “Due uomini in abito antico” (dalla Collezione Lugt parigina», insieme a uno degli ultimi strardinari di Giovanni, “L’ubriachezza di Noè” (dal museo di Besançon). –



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