Morto Rudy Rotta, anima blues dell’Italia
Il chitarrista veronese era famoso anche negli Usa dove aveva ricevuto il titolo di “Europe’s Top Act”

Il chitarrista Rudy Rotta è morto, il blues italiano perde uno dei suoi principali protagonisti. È deceduto a Verona, dove ha vissuto sin da quando aveva 18 anni. Pochi mesi fa gli è stata diagnostica malattia incurabile. L’artista si era fatto apprezzare per la sua capacità di esprimere emozioni attraverso il blues. Grandi anche le sue doti tecniche chitarristiche che sono sempre state messe al servizio della musicalità. Cantante efficace, era stimato non solo dal pubblico ma anche dai grandi musicisti. Nella sua carriera ha avuto la possibilità di esibirsi con musicisti storici del blues britannico come Brian Auger, John Mayall e Peter Green ma anche con protagonisti della scena americana, come Robben Ford. Si è esibito nell’ambito delle più importanti manifestazioni internazionali, come il Jazz Festival di Montreaux, accanto a personaggi del calibro di B.B. King, Allman Brothers, Luther Allison, John Hammond, Taj Mahal e Larry Carlton. Ha avuto molte soddisfazioni anche negli Usa, dove ha ricevuto il titolo di “Europe’s Top Act”. Lì ha registrato “Live in Kansas City” e “Winds of Lousiana”, con alcuni dei più importanti musicisti della culla del blues e del jazz. Inoltre, la Fender in suo onore ha creato la Stratocaster “Rudy Rotta Signature”. Tra gli ultimi suoi lavori merita di essere segnalato “The Beatles vs The Rolling Stones” e “Volo sul mondo”. Il 10 dicembre del 2012 si era esibito al Geox di Padova, come ospite di John Mayall e della sua band.
Era nato nel 1950 a Villadassola, poi la sua famiglia emigrò a Lucerna, dove Rudy a 14 anni cominciò a suonare. A 18 anni a Verona ha iniziato ad esibirsi nei locali cittadini con gruppi emergenti. Nel 1987 ha formato la sua band che lo ha portato spesso in tour all’estero. Il chitarrista rock Tolo Marton lo ha ricordato su Facebook: «Rudy Rotta se n’è purtroppo andato. Stava molto male da mesi. Mi dispiace moltissimo. Non soffre più... Ma i suoi cari sì. Un grande abbraccio a loro e un saluto sincero a te caro Rudy. Ora capirai il mistero che noi che rimaniamo qui non possiamo nemmeno immaginare». Davide Pannozzo, il bluesman romano, che ora sta lavorando a New York ha scritto: «Il Blues italiano perde un altro colosso. Rip Rudy Rotta».
Michele Bugliari
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