Nicolò Targhetta dal libro fatto a pezzi su Facebook al successo in libreria

Esce da BeccoGiallo “Non è successo niente” del giovane padovano che arriva dritto dai social 



«Come succede a molti, in un periodo in cui non avevo niente da fare ho scritto un libro. Quando ho messo l’ultimo punto mi sono reso conto che era bruttissimo». Detto così non suona granché bene, eppure è l’inizio di una piccola storia da scrittore di successo. Il fatto è che uno come Nicolò Traghetta non bisogna prenderlo troppo sul serio, perché tende all’autodenigrazione. E comunque il libro a sua firma che appena arrivato nelle librerie, edito da Becco Giallo, non è quello che ha scritto, è tutta un’altra cosa. Si intitola “Non è successo niente”, e viene dritto dritto da un blog di grande successo. Ma la storia conviene farla raccontare a lui.

«Appurato che il libro era brutto» dice «avrei dovuto dire: va bene, ci ho provato, non è cosa per me. Invece ho fatto l’opposto. Ho deciso che avrei scritto in modo compulsivo, ogni giorno per 365 giorni». E lo ha fatto usando Facebook. Una storia al giorno. «Per i primi 8 mesi non è successo niente. Avevo duecento, trecento persone che leggevano, poi improvvisamente i numeri sono cresciuti e sono arrivato a 80 mila followers». Contro ogni previsione.

«Ho fatto» dice ancora Targhetta «tutto quello che è inconcepibile nell’era dei social. Mi sono imposto di non mettere fotografie e ho scritto testi abbastanza lunghi. Chi arrivava alla mia pagina doveva accettare quel format. All’inizio c’era chi diceva che ci voleva troppo a leggere, ma poi o si sono rassegnati o si è collegato solo chi era disposto a leggere». Già, ma leggere cosa?

Essenzialmente Nicolò Targhetta scrive racconti in forma di dialogo, qualche volta realistici, qualche volta surreali, come l’avventura di Re Artù che va dal commercialista. Comunque sempre ironici, quasi sempre divertenti: «Ognuno tende a scrivere quello che ama leggere e a me piacciono i dialoghi. Mi piacciono i fumetti, anche se non so tenere una matita in mano, e mi sembrava che i dialoghi permettessero quel tipo di umorismo, avessero una dimensione visiva, rendessero facile leggere anche testi abbastanza lunghi”. Protagonisti delle sue storie sono personaggi come lui, imbarazzati e un po’ imbranati di fronte alla realtà. Tratti personali che diventano anche generazionali: «In effetti quelli che mi seguono sono soprattutto quelli che sono tra la fine dei vent’anni e i quaranta. Siamo la generazione che è entrata nel mondo del lavoro quando è scoppiata la crisi e un po’ tutti abbiamo sentito un vuoto pneumatico intorno, anche se abbiamo avuto troppa paura per parlarne». Come suggerisce del resto il titolo del libro. «“Non è successo niente» racconta Targhetta «è quello che dicevo ai miei genitori quando tornavo da scuola alle medie. C’erano i bulli, il disagio del rapporto con gli altri, ma io dicevo: niente, non è successo niente. E paradossalmente lo stesso è avvenuto quando mi sono laureato. Le cose succedevano intorno ma io dicevo non è successo niente, per vergogna, per imbarazzo».

Fatto personale ma anche generazionale appunto, un non voler raccontare neanche a se stessi le paure, le ansie, le incertezze. E Nicolò Targhetta deve aver colto nel segno, se in 80 mila leggono le sue storie ogni giorno. «Arrivato a cinquanta mila follower sono arrivate le proposte delle case editrici. Lo fanno sempre, seguono i numeri e arrivati a quel livello cominciano a proporre di fare un libro. Io ho fatto lo struzzo. Non ho nemmeno risposto, facevo finta che le proposte non arrivassero. Volevo pubblicare solo con chi fosse in grado di capire il mio imbarazzo di fronte a tutto questo». E questo è successo per altre vie. Nicolò Targhetta è di Camposampiero e un amico lo ha portato dai ragazzi della padovana Becco Giallo, casa editrice specializzata in fumetti. E così è nato il libro, che raccoglie alcune delle storie di Facebook e altre mai pubblicate. Al Salone del libro di Torino è stato un grande successo: tutte le copie vendute, sala piena alla presentazione. Ora si comincia con la libreria, ma anche con un tour di presentazioni, “L’imbarazzante club tour”, che toccherà le principali città italiane da Roma a Firenze, da Milano a Roma. Firma copie, incontri, ma anche attori che recitano alcuni dei dialoghi scritti da Targhetta: «Abbiamo fatto delle prove mettendo in scena questi dialoghi a Vicenza, Verona, Padova. Sono piaciuti, funzionano, abbiamo fatto il tutto esaurito, quindi continuiamo». —



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