Otto milioni per il Murat di Canova
Battuto all’asta a Parigi da Christie’s, a Possagno le verifiche sull’autenticità

Il capolavoro “ritrovato” di Antonio Canova è stato battuto all’asta per una cifra record: quasi 8 milioni di euro. In Francia non si parla d’altro anche se resta segreto il nome del ricco acquirente che si è aggiudicato il prezioso busto del generale Joachim Murat, marito di Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone. Il prezzo di partenza fissato dalla casa d’aste londinese Christie’s, che due giorni fa - il 28 novembre - ne ha promosso la vendita a Parigi, si aggirava attorno al milione di euro, ma le offerte avanzate dai compratori hanno portato la preziosa scultura a valere otto volte tanto. I rialzi sono stati continui, tanto che il busto è stato venduto per la bellezza di 7 milioni 748 mila euro, che comprendono il prezzo di martello e le commissioni per chi ha effettuato l’offerta vincente.
Sul sito di Christie’s l’evento veniva annunciato come “The exceptional sale” (La vendita eccezionale) e così è stato. L’opera dedicata a Murat non ha deluso le aspettative, desiderata da collezionisti provenienti da tutto il mondo, si vocifera che anche il Governo francese l’avesse adocchiata e fosse pronto a esercitare il diritto di prelazione. Ma nulla trapela sul compratore: non si sa quindi se il capolavoro finirà in un sontuoso salotto privato oppure in un museo, per essere ammirato dal pubblico.
L’opera è legata all’epopea napoleonica, è stata infatti realizzata dal Canova dopo un viaggio a Napoli nel 1813, quando l’artista di Possagno fece visita a Murat e alla consorte Carolina Bonaparte. A seguito di questo incontro il Canova realizzò un ritratto di marito e moglie, ne fece quindi due calchi in gesso che oggi sono conservati alla Gipsoteca Canova di Possagno. Quindi l’artista procedette col ricavare da due blocchi di marmo di Carrara la coppia di busti da donare agli sposi.
«Credevamo che questo patrimonio fosse andato perso nel trambusto del dopo Waterloo, avevamo fatto delle ricerche a Napoli ma senza successo, dato che Murat emigrò a Parigi» aveva spiegato nei giorni scorsi Giancarlo Cunial, che collabora con il Museo Canova. Da quel momento l’incognita sul destino della scultura, si temeva fosse andata distrutta. Invece, la scorsa primavera è arrivata la svolta. «Dapprima una telefonata e poi la visita di alcuni esperti di Christie’s che hanno confrontato le fotografie del marmo di Murat con il nostro gesso. Le misure corrispondevano al millimetro» aggiunge il professor Cunial.
Si è così scoperto che il busto era in realtà uno dei cimeli della collezione del principe Murat, tramandata negli anni alla sua discendenza. Ora il gioiello di famiglia è stato venduto a una cifra da primato.
Nel 2011 una piccola terracotta attribuita al Canova era stata aggiudicata per oltre 52 mila euro. Poca cosa in confronto al marmo delle Tre Grazie che venne acquistato per circa venti miliardi di vecchie lire dal Victoria and Albert Museum di Londra.
«Speriamo che presto arrivino notizie anche del busto di Carolina, che faceva coppia con quello di Murat» conclude Cunial «è l’ultimo marmo napoleonico del Canova che ancora manca all’appello».
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