“Poesie a Casarsa”, Pasolini così com’era a vent’anni
Pordenone. Venerdì prossimo 18 gennaio alle 17. 30, nella sala consiliare di Palazzo Burovich, sarà presentata la nuova edizione di “Poesie a Casarsa”, il primo libro di Pasolini, oggi fra i più rari e leggendari del ’900 italiano, che viene riproposto nella forma originaria che Pasolini volle dargli per il suo esordio poetico.
In quei versi, l’intatta immaginazione di un ragazzo – allora aveva 20 anni – inventava un misterioso microcosmo contadino attraverso le parole di un dialetto vergine, estraneo ancora alla tradizione scritta: una scelta sperimentale coraggiosa e preziosa, che gli consentì di lasciarsi subito alle spalle l’immobilità di una lingua poetica ormai consumata dall’esperienza ermetica.
Il volume fu pubblicato nel 1942 dalla Libreria Antiquaria Mario Landi a spese dell’autore, in una tiratura di 300 copie, su carta vergata, numerate, oltre a 75 copie su carta uso mano, non numerate e fuori commercio, per la stampa.
Questa nuova edizione, promossa dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, è stata realizzata da Ronzani Editore in due diverse modalità: l’edizione tipografica, in 500 copie, stampata dalla Tipografia Campi di Milano, l’unica in Italia a utilizzare ancora, per la composizione del testo, la Monotype. Il carattere è lo stesso di quello usato dalla tipografia Anonima Arti Grafiche di Bologna per la prima edizione: il Bodoni 135. Edizione di pregio su carta a mano Amatruda di Amal. E poi l’edizione in facsimile, in mille copie, dove il libro del 1942 è riprodotto tale e quale con i minimi dettagli e le imperfezioni originarie, su carta Arcoprint Avorio uso mano, stampata da Grafiche Antiga di Croce a del Montello, Treviso.
Entrambe le edizioni sono accompagnate – e l’insieme costituisce un cofanetto, da “Il primo libro di Pasolini”, un volume a cura di Franco Zabagli (Gabinetto Vieusseux di Firenze, autore di numerosi saggi di letteratura italiana, in particolare su Leopardi, Pascoli, Montale, Pasolini), che racconta le vicende della composizione e della fortuna di “Poesie a Casarsa”, illustrato da fotografie e poco conosciute e riproduzioni di autografi, e con un’antologia di testimonianze e di recensioni.
Zabagli spiega (e scrive nel volume) che Pasolini scrisse un ricordo abbastanza circostanziato dei suoi esordi poetici in un testo intitolato “Al lettore nuovo”, pubblicato nel 1970 come introduzione a un’antologia delle tre principali raccolte di poesie italiane che aveva fino allora pubblicato. —
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