«Quel disegno a matita rossa è di Giorgione ristudierò il suo rapporto con Giovanni Bellini»

intervista
Nuovi studi sulla biografia e sull’opera del Giorgione alla luce delle scoperte di Sydney. Dopo aver convalidato come originale dell’epoca il ritrovamento, in un incunabolo di fine Quattrocento, di un’iscrizione che permette di retrodatare la nascita di Giorgione tra il 1473 e il 1474 – di quattro o cinque anni rispetto alla ricostruzione del Vasari nelle sue “Vite” – attribuendo al maestro del Rinascimento veneto di cui si sa pochissimo il disegno a matita rossa di una Madonna con Bambino nella medesima pagina, la professoressa dell’Università di Melbourne Jaynie Anderson si appresta ad avviare nuovi approfondimenti sul lavoro dell’artista anche in rapporto alla bottega di Giovanni Bellini con il quale a Venezia lavorò a stretto contatto.
Anderson, una delle massime esperte al mondo di Giorgione, al quale nel 1997 ha dedicato un’importante monografia, era ieri a Castelfranco invitata dal Museo dove ha tenuto una conferenza in un ottimo italiano. I risultati di questi studi andranno a formare il materiale di un nuovo volume.
Come è nata questa scoperta?
«Per un evento particolare nel dicembre del 2017 la biblioteca dell’Università di Sydney aveva deciso di far vedere la collezione di libri rari su Dante. Una giovane bibliotecaria, Kim Wilson, si è accorta dell’iscrizione. La prima lettura è stata fatta dalla docente di italiano dell’Università. Poi mi hanno mandato un mail chiedendomi un parere».
E il parere è stato positivo.
«Non ci potevo credere, ero stupita. Ho aspettato qualche giorno, poi ho risposto. Quel disegno a matita rossa è forse il reperto più antico presente in Australia. È di Giorgione».
C’è chi considera incerti alcuni punti della scoperta, l’uso della dicitura Venezia e non Venetia o Venexia nell’iscrizione.
«La parola Venezia veniva usata nei testi del 1500 – spiega affiancata dal professor Reinhold Christopher Mueller – era diffusa. Sulla calligrafia sono stati consultati molti esperti di Ca’ Foscari. Sul fatto che la grafia sia incerta riteniamo che sia invece molto credibile per il 1510. Prima di pubblicare la scoperta, la pagina è stata visionata da molti esperti che hanno avvalorato l’ipotesi».
Il disegno è stato attribuito a Giorgione per le affinità con i soggetti di importanti dipinti come l’Adorazione dei Magi?
«Stiamo studiando a fondo quel disegno. Ci sono molte somiglianze con alcuni dipinti, ma credo che sia stato il frutto di ispirazione legata al Paradiso di Dante poi riutilizzato per altre opere».
Di chi era il libro?
«Non ci sono segni o iscrizioni chiare. Ritengo che fosse di Giorgione: nessuno disegnerebbe sul libro di un’altra persona. Si tratta di un libro pubblicato nel 1497 che è stato molto usato, molto letto. Spero che in futuro venga chiesto in prestito da qualche museo per essere affiancato ad altre opere».
Quali analisi state svolgendo sulla scritta e sul disegno?
«Sono stati fatti degli esami a infrarossi e adesso con le radiazioni di sincrotone sull’inchiostro e sulla matita rossa. Si tratta di studi nuovi, esistono poche indagini simili».
La retrodatazione della nascita porterà alla ridatazione delle opere e alla ricostruzione della scarna biografia (l’identità della madre)?
«Delle date abbiamo già discusso 20 anni fa. Adesso sto studiando cosa ha fatto Giorgione nella bottega di Giovanni Bellini, un tema stranamente non affrontato nella letteratura. Può essere che a certe opere abbia partecipato anche Giorgione».
A quando risale la Pala del Duomo di Castelfranco?
«La Pala attorno al 1500, mentre il fregio del Museo può risalire al 1494, quando lui aveva 20 anni».
Le nuove ricerche saranno materia per un nuovo libro su Giorgione?
«La mia monografia risale al lontano 1997, sì vorrei scrivere un altro libro su Giorgione». —
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