Samuel: «Davanti allo specchio sono rinato»

Il leader dei Subsonica sabato al Rivolta con il primo album da solista. «A inizio anno torneremo a scrivere come band»
MARGHERA. Samuel, all’anagrafe Samuel Romano, storico cantante dei Subsonica, sabato al centro sociale Rivolta di Marghera, presenterà il suo primo album solista “Il codice della bellezza”.


Cosa ci può anticipare del concerto?


«La scaletta partirà dal mio disco. Poi ci saranno alcuni pezzi che ho scritto per altri, come “Costa poco” con Stylophonic e “Un grande sole” con Giuliano Palma e dei brani dei Subsonica. Della mia storica band non volevo fare i singoli o raccontare quel mondo senza di loro. Ho scelto dei pezzi che suonavo già da solo: ghost tracks e tracce conclusive dei dischi».


Ci saranno brani dei Motel Connection?


«No, non volevo proporre quella musica senza di loro e poi i testi in inglese mi avrebbero portato lontano dalla scaletta che volevo fosse esageratamente italiana».


Chi la accompagnerà in concerto?


«Due amici: Christian Montanarella detto Tozzo, batterista dei Linea 77 e Ale Bavo, tastierista degli LNRipley».


Un album e un tour senza Subsonica o Motel Connection, che emozione le dà?


«Più che il live la differenza l’ha fatta la realizzazione del disco e la partecipazione al Festival di Sanremo perché sul palco ho sempre un gruppo. Volevo che l’album non fosse semplicemente il pallino di cantante di un gruppo storico ma un’esperienza vera. In un gruppo ci si dividono colpe e meriti, mentre da solo le responsabilità sono solo tue e questo mi ha aiutato a crescere».


Come mai ha sentito l’esigenza di mettersi alla prova da solista?


«Ho sentito la necessità di confrontarmi con me stesso perché ero arrivato alla fine di un percorso creativo. Avevo la necessità che succedesse un terremoto per rinascere. Ho ricominciato a essere creativo, come non mi accadeva dai tempi di “Microchip emozionale”».


Come mai come produttore ha scelto Michele Canova?


«Michele mi ha dato la possibilità di confrontarmi con un mondo musicale che avevo solo sfiorato ma mai approfondito. Volevo capire situazioni molto distanti dalle mie, tipo Sanremo».


Jovanotti è coautore di cinque brani del disco, come è nata questa collaborazione?


«Canova gli ha fatto sentire dei brani che avevo registrato e lui mi ha scritto: ottimo lavoro. È nato un dialogo che ci ha portato a fare musica insieme in uno studio a New York, per tre giorni. Ne sono usciti cinque pezzi. Una sessione di scrittura pazzesca, c’era anche Michele».


“Come una Cenerentola” parla della reincarnazione?


«No. Volevo dire che lasciare un segno del proprio passaggio nella vita sia cosa fondamentale per far sì di non morire mai».


Quando tornerete a lavorare su un nuovo disco come Subsonica?


«Nei weekend faccio concerti e nel resto della settimana scrivo nuove canzoni, che poi proporrò ai Subsonica. In questo momento ognuno di noi sta scrivendo singolarmente, poi all’inizio dell’anno cominceremo a farlo insieme. Ci siamo incontrati e come al solito abbiamo idee musicali opposte. Il bello sarà di farsi innamorare delle musiche reciproche. Questo è il trucco che tiene uniti e che ci fa realizzare nuovi progetti».


Agnelli fa il giudice di un talent show, lei lo farebbe?


«Vuol dire smettere di essere un musicista e diventare un professore. Non so se me la sentirei. Manuel sa che alcune volte per poter salvare la sua musica, deve sacrificare qualcosa di sé, per questo credo abbia accettato di diventare un giudice di X Factor».


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