Serravalle, pace e devozione lungo la scalinata

SERRAVALLE (TREVISO). Una leggenda che diventa storia, un’antica devozione che diventa paesaggio. Oppure un sentiero tra medioevo e natura. O, ancora, un pellegrinaggio di Fede. Comunque la si veda, è appassionante la salita al monte Marcantone, che con il monte Cucco delimita il nucleo di Serravalle, a Vittorio Veneto, strategico punto di passaggio dal Cadore verso Venezia. E proprio dalla necessità di difendere quel passaggio così importante comincia la storia di Santa Augusta, vergine martire patrona di Serravalle, le cui spoglie riposano nel Santuario a lei dedicato su uno sperone del Marcantone.
Storia e leggenda
Leggenda vuole che a ucciderla sia stato suo padre Matrucco, valoroso capitano dei Visigoti di Alarico che invasero l’Italia all’inizio del IV sec. a. C., insediatosi nella fortezza che presidiava la stretta di Seravalle. E che prima di essere decapitata Augusta fu torturata – restando miracolosamente illesa – per obbligarla a rinnegare la religione cristiana cui si era segretamente convertita, poiché allevata da una nutrice cristiana di Fregona, Cita, in seguito alla morte della madre.
Pare anche che subito dopo averla uccisa, Matrucco si pentì amaramente del suo gesto, eresse per lei un magnifico sepolcro e lasciò per sempre i luoghi del suo orrendo delitto. Fin qua la leggenda, appunto.
Ma la storiografia ci consegna un documento del 1234 che cita il “monte Santa Augusta” e gli statuti di Serravalle del 1360 parlano della Santa. E poi, il 27 marzo 1450, durante i lavori di ristrutturazione della primitiva chiesa del fortilizio, furono rinvenute le sue reliquie e quella di Cita, per le quali fu subito realizzata la grande arca sorretta da colonnine che è il fulcro dell’attuale Santuario, più volte ampliato e impreziosito in segno di devozione.
Il culto di Santa Augusta, infatti, ancora oggi molto vivo, ha disegnato parte del paesaggio di Serravalle, come dimostra il più suggestivo tragitto che conduce al suo Santuario, che inizia con una monumentale scalinata edificata al posto di un’antica porta della città murata, demolita nel 1931, cui si accede dal retro del duomo (via S. Augusta). Il percorso continua sulle pendici boscose del colle, su una mulattiera di ciottoli e gradini fiancheggiata da sei cappelle seicentesche erette per sciogliere il voto fatto alla Santa che preservò la città dalla peste del 1630.
Fronde e silenzi
Tra un po’ di fatica, fronde, silenzi e resti di fortificazioni medievali, si arriva (in circa 30’ di tranquillo cammino) a un’altra lunga scalinata (un centinaio di gradini) che termina al Santuario, posto in una magnifica posizione panoramica (349 m.). È una modesta struttura rinascimentale costruita nel 1452 e poi nel XVII secolo. La cappella di Santa Augusta, che costituiva il presbiterio dell’antica chiesa, ha subito numerose trasformazioni nei secoli, ma non ha perso i suoi straordinari affreschi quattrocenteschi e i segni di un’antica leggenda diventata storia. E, più ancora, devozione. (diocesivittorioveneto.it).

I PERCORSI
Oltre che da via Santa Augusta, si può arrivare al Santuario dalle vicinanze della chiesa di Sant’Andrea, attraverso via Borghel-Vinera o dal piazzale antistante la chiesa di Santa Giustina attraverso via Naronchie. Per chi preferisce una passeggiata più breve (circa 10 minuti), dal piazzale della chiesa di Santa Giustina si può prendere via Pradal Basso.
IL CALENDARIO
Santa Augusta è ricordata due volte nel calendario: il 27 marzo per il ritrovamento delle sue reliquie (avvenuto nel 1450), mentre la tradizione ha fissato il giorno del suo martirio il 22 agosto (forse del 425), e questa è la data della tradizionale fiera di Serravalle e di numerosi appuntamenti che ogni anno rinnovano la devozione alla vergine martire.
IL CULTO POPOLARE
Il culto popolare sempre vivissimo continua ad attribuire a Santa Augusta interventi miracolosi: passando tra le colonne che sorreggono la sua arca si guarirebbe dal mal di schiena, mentre per far passare l’emicrania basterebbe inserire la testa nelle aperture di una cancellata che recinta il luogo dove furono rinvenute le sue ossa.
L'AFFRESCO
Un affresco nella terza delle cappelle che scandiscono la salita al Santuario, ricorda un miracolo attribuito ad Augusta, sorpresa dal padre mentre portava il pane ai poveri: quando aprì il mantello per placare i sospetti del genitore sulla sua caritatevole fede che teneva segreta “i pani erano fiori”, come spiega l’insegna sotto al dipinto.
L'unione. Serravalle, come la vicina Ceneda, era un tempo cittadina autonoma. Dal 1866, insieme, formano il comune di Vittorio Veneto.
La piazza. Piazza Flaminio, cuore di Serravalle, è un gioiello contornato da palazzi quattrocenteschi. (turismovittorioveneto.it).
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