A Bologna la mostra 'Giuseppe Pezzini. Fotografo ambulante'

(ANSA) - BOLOGNA, 03 DIC - Dalla prima comunione di alcune bimbe a una cucina dove una signora fa la sfoglia mentre la figlia cuce a macchina; ma anche un barbiere, un calzolaio, una falciatrice, un fruttarolo che gioca con la sua bimba, e una partita a scopa tra amici per strada. E poi, tanti scatti di mondine in posa a gambe scoperte a imitare e forse a sognare l'immenda Silvana Mangano del film Riso amaro del 1959. Sono alcune delle 190 immagini della mostra "Giuseppe Pezzini. Fotografo ambulante" che la Cineteca di Bologna presenta alla Galleria Modernissimo dal 3 dicembre all'1 febbraio 2026 curata da Elena Correra e Giuseppe Savini. Per la prima volta viene esposta una selezione dell'enorme archivio appena acquisito dalla Cineteca: 200mila negativi che raccontano oltre quarant'anni di lavoro nelle campagne tra Bologna e Ferrara a fianco del fiume Reno. La mostra raccoglie fotografie scattate tra il 1935 e il 1952, offrendo lo sguardo unico di Pezzini sul mondo agricolo della "Bassa": "buona parte, dunque, del periodo fascista e della guerra, anche se entrambe quasi non si vedono negli scatti di questo singolare fotografo di campagna, un raccontatore di storie che restituisce un mondo come raramente lo abbiamo visto", ha spiegato il direttore della Cineteca, Gian Luca Farinelli. Dopo l'apprendistato in uno studio fotografico ferrarese, Pezzini ottenne nel 1935 la licenza da fotografo ambulante e nel 1938 aprì il suo primo negozio-laboratorio a Malalbergo. Da quella bottega partiva ogni giorno in bicicletta per ritrarre braccianti, mondine, operai e piccoli commercianti dei borghi rurali, spesso in formato foto tessera. Con una macchina a soffietto 6x9, poi affiancata da una poù professionale Rolleiflex 6x6, compose ritratti in cui spesso compare la sua "firma": l'ombra del fotografo e del suo cappello. Rientrato dalla guerra nel 1945, trovò il negozio distrutto e ne aprì uno nuovo, passando dal lavoro in bicicletta al ciclomotore. La società cambiava rapidamente, così Pezzini aggiornava il suo mestiere, fino al trasferimento dell'attività ad Altedo nel 1952. (ANSA).
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