Arriva 'Sea Trace', il 'passaporto digitale' dei rifiuti marini

Il progetto parte da Termoli. 'Una risposta alle sfide ambientali dei nostri mari'

(di Antonella Salvatore) (ANSA) - TERMOLI, 30 DIC - Si chiama 'Sea Trace' ed è il 'passaporto digitale' dei rifiuti marini. Un sistema innovativo con il quale i pescatori, tramite app, possono censire in tempo reale i residui trovati nelle battute di pesca contribuendo a una gestione trasparente e sostenibile del pattume disperso in mare. Il progetto prende il via da Termoli, la cittadina della costiera molisana che per prima in Italia ha adottato ufficialmente l'innovativo sistema di tracciamento digitale dei rifiuti marini. Nei giorni scorsi è stato presentato e sottoscritto in municipio un protocollo d'intesa tra l'amministrazione comunale con il sindaco Nicola Balice, l'autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, la start-up 'Innovation Sea' di Termoli specializzata nell'utilizzo di droni e rov per l'individuazione dell'inquinamento marino e le società 'The Nest Company' e 'Res - recupero etico sostenibile'. Basata su una tecnologia blockchain, brevettata da The Nest Company, la piattaforma traccia l'intero ciclo di vita dei rifiuti: dalla raccolta in mare al trattamento finale e crea un passaporto digitale per ogni lotto. In questo modo tutte le operazioni risultano registrate consentendo di controllare in modo oggettivo le attività svolte, garantire la sicurezza del sistema e dei dati, prevenire accessi distorti ai contributi, possibili truffe e certificare l'effettivo recupero dei materiali pescati. "Con Sea Trace offriamo una risposta concreta alle sfide ambientali dei nostri mari - ha detto Domenico Guidotti, Ceo di Innovation Sea -. La piattaforma supporta non solo i pescatori nella gestione quotidiana dei rifiuti marini ma anche tutte le istituzioni coinvolte a terra". "Con la sperimentazione della piattaforma digitale compiamo un passo concreto verso un modello evoluto di gestione dei Rap, i rifiuti accidentalmente pescati, pienamente allineato alla Legge Salvamare e ai principi europei di economia circolare - le parole del presidente dell'Autorità di Sistema portuale del mare Adriatico meridionale, Francesco Mastro -. La catena di custodia digitale consentirà di trasformare un problema ambientale in un processo governabile, trasparente e certificabile, capace di produrre valore ambientale, gestionale e di sistema. È un passo che rafforza il ruolo dei porti come snodi di legalità e di sostenibilità che si fonda su una solida collaborazione istituzionale e pubblico-privata. Un modello che potremmo replicare non solo in tutto il nostro Sistema ma anche a livello nazionale, gettando le basi per un futuro sempre più green". (ANSA).

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