Caso urbanistica, 'manca prova del patto corruttivo di Catella'

Riesame, 'remunerazioni di Coima a Scandurra non erano illecite'

(ANSA) - MILANO, 26 SET - Gli atti della maxi indagine sull'urbanistica a Milano "non hanno dimostrato" la sussistenza di un accordo corruttivo tra Marfredi Catella, il Ceo di Coima e l'architetto e componente della commissione paesaggio Alessandro Scandurra. Lo si legge nelle motivazioni del Tribunale del Riesame in merito alla revoca della misura degli arresti domiciliari disposta dal gip Mattia Fiorentini alla fine dello scorso luglio accusandolo di corruzione per il caso del 'Pirellino'. Il collegio, che il 23 agosto ha rimesso in libertà Catella, ha spiegato che "nel caso di specie le risultanze in atti non hanno dimostrato che tra Scandurra e Catella si sia formato e fosse operativo" nel corso dei due mandati in cui l'architetto è stato componente della Commissione, dal 2019-2021 e dal 2021-2014, "un accordo i cui termini (...) implicavano un pregiudizievole esercizio in favore del privato Catella dei poteri attribuiti al pubblico ufficiale beneficiato tramite incarichi di progettazione". Incarichi per i quali ha ricevuto compensi leciti, anche perchè "non vi è traccia di sovrafatturazioni o di fatture false". (ANSA).

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova