Cassano: 'Colgo segnali di disagio nella magistratura'

'E molti giovani dopo tirocinio lasciano per altre professioni'

(ANSA) - CASTELPULCI (FIRENZE), 05 SET - "Sto cogliendo all'interno della magistratura, può darsi che sbagli, segnali di grandissimo disagio, segnali di grande criticità, e tendenze" a "interpretare in maniera sempre più burocratica, impiegatizia il proprio ruolo". Lo ha affermato Margherita Cassano, primo presidente della Corte di Cassazione, intervenendo alla cerimonia di intitolazione a Valerio Onida dell'aula multimediale della Scuola Superiore della Magistratura di Villa Castelpulci a Scandicci (Firenze). "Sta passando anche l'idea - ha proseguito ha Margherita Cassano - che in un ideale bilanciamento tra le proprie aspettative individuali di vita come magistrato, e le aspettative della collettività, di coloro che ci chiedono giustizia, le prime debbano prevalere sulle seconde. Io penso esattamente l'opposto. Penso che la Scuola dovrebbe forse, su questi temi, dedicare un autonomo spazio di approfondimento. Quale deve essere la deontologia del magistrato, il senso più profondo del nostro Ius dicere?". Cassano si è detta convinta che "di fronte alle attese di un corpo sociale, di fronte ai drammi umani che ci sfidano quotidianamente davanti, non si possa mettere sempre al primo posto la propria stanchezza. Se c'è una forte motivazione ideale, questa forte motivazione ideale che voi avete dimostrato come componenti della Scuola permette di dimenticare questa sorta di stanchezza intellettuale e fisica, perché c'è la proiezione verso l'altro nella valorizzazione della sua dignità, della sua centralità nella vita di uno Stato democratico". "Un numero crescente di giovani studenti che hanno già superato il concorso in magistratura, che è particolarmente impegnativo, al termine del tirocinio lasciano per transitare ad altre professioni", ha anche evidenziato Margherita Cassano. "E' un dato oggettivo, i numeri parlano da sé - ha osservato -, le cause possono essere molteplici, possono essere lette in maniera diversa, però è un campanello di allarme su cui noi tutti quanti come comunità ci dobbiamo interrogare perché è il segno di una crisi che, se non affrontata tempestivamente, rischia di portare ad una deriva burocratica della magistratura che sarebbe proprio la negazione dell'insegnamento del professor Onida, e questa deriva burocratica non può essere accettata". (ANSA).

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