Cede finestra su una bidella, donna muore dopo tre giorni

(ANSA) - ROMA, 21 OTT - Maria Boschetto, collaboratrice di una scuola media di Alassio, è morta ieri pomeriggio, pochi giorni dopo un grave incidente avvenuto venerdì scorso mentre era al lavoro. La donna era rimasta ferita mentre puliva una finestra che, a causa del cedimento delle cerniere di sicurezza, si era staccata colpendola e facendola cadere e battere la testa e il torace. Portata in ospedale, era stata dimessa con una prognosi di 20 giorni. Non è ancora chiaro se ci sia un legame tra l'incidente e la morte della donna; è stato comunque aperto un fascicolo e predisposta l'autopsia. A renderlo noto è la Uil scuola che commenta: "Indipendentemente dall'esito delle indagini e dall'eventuale correlazione tra l'incidente e la morte questa tragedia richiama una verità che non possiamo più ignorare: nelle scuole italiane la sicurezza continua a essere trascurata. Di sicurezza a scuola si parla sempre troppo poco, finendo per confinarla ai margini dell'agenda politica, da risolvere con misure temporanee". "Su 40.000 edifici scolastici statali - affermano la segretaria confederale Uil Ivana Veronese e il segretario generale Uil Scuola Rua, Giuseppe D'Aprile - ben 36.000 non dispongono di una o più certificazioni obbligatorie in tema di sicurezza, il 59,16% non ha agibilità, il 57,68% manca del certificato di prevenzione incendi e il 41,50% non ha collaudo statico. Secondo l'ultimo report di Cittadinanzattiva, nell'ultimo anno si sono registrati 71 episodi di crolli o cedimenti negli istituti scolastici, con un bilancio di 19 feriti. Ribadiamo con determinazione, ancora una volta, la denuncia di inadempienze che possono avere conseguenze serie e pretendiamo un maggiore impegno per la sicurezza da parte di tutti, attraverso interventi organici e duraturi. La Uil Scuola Rua, insieme alla Uil da sempre in prima linea sulla sicurezza del lavoro, continuerà a rivendicare che la scuola diventi davvero un luogo sicuro per chi vi studia e per chi vi lavora. Ogni inadempienza può trasformarsi in tragedia. È tempo di passare dalle parole ai fatti", concludono Veronese e D'Aprile. (ANSA).
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