Cedu condanna l'Italia per non aver indagato correttamente sulla morte di un caporale

I fatti risalgono al 2014 e sono avvenuti nella caserma militare Camillo Sabatini di Roma

(ANSA) - STRASBURGO, 11 DIC - La Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per aver violato il diritto alla vita di un militare ritenendo che "le autorità preposte non abbiano condotto un'indagine efficace sulle circostanze della sua morte", e ha stabilito che lo Stato italiano dovrà versare alla madre del militare 42mila euro a titolo di risarcimento del danno morale. I fatti risalgono al mattino del 6 luglio 2014, quando nella caserma militare Camillo Sabatini di Roma alle 6.30 del mattino, un sergente durante il suo giro di ronda, scopre il corpo del caporale, di cui non sono indicate le generalità, nel cortile antistante l'edificio che ospita gli alloggi. L'inchiesta attribuirà la morte a un suicidio, ma la madre del caporale che non ha mai creduto a questa tesi fa riaprire l'indagine più volte, e infine fa ricorso alla Cedu sostenendo tra l'altro che le autorità non avevano fornito una spiegazione adeguata sulla morte del figlio. Ora la Cedu, specificando che la condanna dell'Italia non deve essere "interpretata come un'indicazione che la Corte stia valutando le dinamiche dell'incidente e le cause della morte e stia prendendo posizione al riguardo", afferma che dai dati in suo possesso "non può concludere che la spiegazione secondo cui la morte del caporale sia stata causata dal suicidio mediante salto dalla finestra dell'edificio in cui alloggiava possa essere considerata sufficientemente convincente". Nella sentenza i giudici indicano che ci sono state "carenze che hanno compromesso l'accertamento dei fatti lasciando senza risposta questioni importanti, che è "mancata adozione di misure ragionevoli e sufficienti per garantire la conservazione delle prove rilevanti. (ANSA).

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