Gioia al ghetto di Roma, via lo striscione con i rapiti

(ANSA) - ROMA, 13 OTT - L'orologio non segna ancora le dieci del mattino quando in via Elio Toaff, nel quartiere ebraico di Roma, viene rimosso lo striscione con i volti degli ostaggi. Si tratta dello stesso momento in cui le ultime persone rapite da Hamas il 7 ottobre di due anni fa, in Israele, vengono rilasciate. La notizia rimbalza in tutto il mondo, in tempo reale, senza differita. "Sono tornati finalmente a casa", ripetono alcuni ragazzi in questo giorno di "doppi festeggiamenti": uno religioso, per il settimo giorno della festività ebraica di Sukkot, un altro per la liberazione dei rapiti. Dopo "due anni di dolore, paura e attesa infinita, tutti gli ostaggi trattenuti da Hamas sono finalmente tornati a casa. Le loro famiglie che hanno vissuto tra ansia e speranza, sospese tra il timore di perdere i loro cari e il coraggio di non arrendersi, possono ora riabbracciare chi mancava loro da troppo tempo", sottolinea il presidente dell'Unione giovani ebrei d'Italia, Luca Spizzichino, per cui "oggi si chiude un capitolo doloroso e inizia un percorso di ricostruzione e di speranza". Oggi tra le vie del portico d'Ottavia si prega e si canta mentre il vento agita una bandiera israeliana con il nastro giallo, simbolo internazionale della campagna per la liberazione degli ostaggi, appesa a una finestra. Da qualche appartamento spunta anche una bandiera degli Stati Uniti. Seduto a un tavolino di un ristorante nel quartiere ebraico, Amit pensa che la liberazione degli ostaggi sia un "traguardo per il mondo intero" e si dice abbastanza ottimista per quanto riguarda l'accordo di pace. Lo è meno, invece, per la situazione nel resto del mondo dove sostiene ci sia "un antisemitismo mai visto in quasi cinquant'anni". Se, infatti, in molti parlano di una giornata "bellissima, di festa e di gioia", altrettanti ricordano che rimane la paura. (ANSA).
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