Gratteri, 'su Falcone mie parole fraintese e strumentalizzate'

(ANSA) - NAPOLI, 15 NOV - "Nonostante i chiarimenti già dati, come purtroppo spesso accade, il senso delle mie parole è stato frainteso e strumentalizzato. Generalmente non mi piace tirare in ballo chi non c'è più, soprattutto se si tratta di uomini di grande spessore culturale e giuridico come Falcone e Borsellino, l'ho fatto e, quindi, mi sembra doveroso chiarire ulteriormente per un'ultima volta". Così, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, con l'Ansa, torna a parlare della polemica suscitata dalla presunta intervista di Giovanni Falcone nella quale il magistrato ucciso dalla mafia farebbe prefigurare la sua posizione contro la separazione delle carriere. "Se si vuole capire il senso delle affermazioni di Falcone - spiega Gratteri - è opportuno rileggere quello che disse l'8 maggio del 1992 all'Istituto Gonzaga dei Gesuiti di Palermo. Spiegò che indipendenza ed autonomia, se per un verso devono essere strettamente legate all'efficienza della magistratura, dall'altro non significano affatto separatezza dalle altre funzioni dello Stato. 'Io credo che prima o poi si riconoscerà che non è possibile una meccanicistica separatezza', spiegò Falcone, 'perché ciò determina grossi problemi di funzionamento e di raccordo'". "Nella chiusa del suo intervento, - sottolinea il procuratore di Napoli - Falcone sosteneva l'aspetto a cui maggiormente teneva, ovvero che 'occorre far in modo che queste soluzioni riguardanti il pm e soprattutto l'indipendenza della magistratura rispondano alle reali esigenze della società e quindi vengano riconosciute come valori da custodire e rafforzare da parte di tutta la società e non già come privilegio, che come tale è sempre odioso'". "È chiaro, quindi, che il senso delle affermazioni attribuite a Giovanni Falcone e da me riprese, se anche non rilasciate a un quotidiano, unico dato errato, ma in altra occasione, sintetizzano e rappresentano il suo reale pensiero". "Del resto, che a Giovanni Falcone addirittura non interessasse la separazione delle carriere, a dirlo è l'ex procuratore Alfredo Morvillo, nonché cognato di Giovanni Falcone, il quale ha spiegato in un'intervista al Fatto Quotidiano dello scorso 13 novembre che 'al dottor Falcone della separazione delle carriere non fregava assolutamente nulla. Del resto, la riforma che ci vogliono propinare non serve assolutamente a nulla, se non a creare il presupposto dell'asservimento del pm all'esecutivo. E non credo che Falcone sarebbe stato felice di diventare un funzionario del ministro Nordio'". "Con questo - conclude Nicola Gratteri - spero si ponga fine a ignobili strumentalizzazioni". (ANSA).
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova








