Il Papa proclama Santi Giorgio Frassati e Carlo Acutis
Frassati miracolò un sanquirinese, una reliquia di Acutis esposta permanentemente nella chiesa di Clauzetto

"I beati Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis li iscriviamo nell'Albo dei santi stabilendo che in tutta la Chiesa essi siano devotamente onorati tra i santi": con questa formula ufficiale, pronunciata in latino, Frassati e Acutis sono stati proclamati santi da Papa Leone XIV all'inizio della messa a Piazza San Pietro. Sono dunque state portate le loro reliquie all'altare.

Calo Acutis morto nel 2006 per una leucemia, a soli 15 anni, sarà il primo millenial a diventare un santo della Chiesa cattolica. La canonizzazione di Acutis era prevista in aprile, in occasione del Giubileo degli adolescenti, ma era stata posticipata a causa della morte di Papa Francesco. Proprio Bergoglio ne aveva promosso la beatificazione, avvenuta nel 2020, e la santificazione, convinto dell'importanza di inserire un millennial nel novero dei santi per far riavvicinare i giovani alla fede.
Un momento, quello della canonizzazione del giovanissimo Carlo, che la parrocchia di Clauzetto, per volontà del parroco don Italico José Gerometta, parroco delle parrocchie della Val Cosa-Val d'Arzino, si prepara a vivere con particolare emozione, non fosse altro perché la chiesa di San Giacomo ospita una reliquia dei capelli del santo Carlo Acutis esposta permanentemente.

C'è un legame, forse ancora poco noto ai più, tra la comunità di San Quirino e Pier Giorgio Frassati , il giovane torinese, vissuto tra il 1901 e il 1925, che è stato canonizzato da Papa Leone XIV assieme a Carlo Acutis. Questo legame è dovuto a un miracolo, il primo dei due riconosciuti dalla Chiesa e attribuiti al futuro santo Frassati, che ha trasformato la vita di un uomo residente in paese, segnandone la conversione e la guarigione del corpo, finendo per incidere al contemporaneo nel processo di canonizzazione di Frassati. Il protagonista di questo evento straordinario fu Domenico Sellan, abitante di San Quirino, classe 1892, morto negli anni Settanta e il cui corpo è sepolto nel cimitero del paese.
Nel 1933, Domenico era in fin di vita, paralizzato a causa del morbo di Pott, una grave forma di tubercolosi ossea. I medici non davano più speranze, ma la sua storia si è intrecciata in modo provvidenziale con quella di Frassati.
La speranza per Domenico arrivò sotto forma di un'immagine del futuro santo accompagnata da una invocazione, segno di una devozione popolare che si stava diffondendo. Gliela portò il 28 dicembre 1933, il parroco di San Quirino, don Pietro Martin, facendogli visita. La preghiera e la fiduciosa richiesta di intercessione furono la chiave della guarigione del sanquirinese. Quel piccolo “santino”, stampato a Torino nel marzo del 1932, testimone di una grazia così potente, è oggi custodito con cura da una parente di don Martin, residente a Cordenons: riporta un piccolo ritaglio di quello che doveva essere stato il tessuto di un abito del Frassati. Sellan di quell'episodio, stando al racconto di uno dei nipoti, Ario D'Andrea, «non ne aveva mai fatto parola con me, ma sapevo che da allora era diventato molto devoto».
Quanto a Frassati, il cammino per la sua canonizzazione è stato lungo e complesso: iniziato subito dopo la sua morte, ha visto momenti di stallo e di ripresa.
Grazie all'infaticabile opera della sorella di Frassati, Luciana, e all'intuizione del vice postulatore, fratel Gustavo Furfaro, il caso di Sellan fu preso in esame. Il processo si concluse positivamente nel dicembre 1989, aprendo la strada alla beatificazione da parte di Giovanni Paolo II l'anno successivo. Alla messa di beatificazione, presero parte anche fedeli giunti a Roma da San Quirino, accompagnati dall'allora parroco, don Luigi Tesolin.
A cento anni dalla sua morte, beato Frassati, da domani santo Frassati, è diventato un modello per le nuove generazioni. Nonostante la devozione nei suoi confronti a San Quirino non sia ancora particolarmente sentita dalla comunità locale, in paese sono due i luoghi che ne segnano il legame: la sala parrocchiale a lui intitolata negli anni Novanta e la sua immagine dipinta in una delle quattro vetrate della chiesa parrocchiale di San Quirino, inaugurata nel 2019.
Il pittore pordenonese Giorgio Altio lo ha ritratto, su indicazione della Commissione diocesana Arte Sacra, accanto al patrono San Quirino, a San Rocco e alla Madonna. La decisione di canonizzare i due giovani in un'unica data era stata presa dal nuovo pontefice, Papa Leone XIV, dopo la morte di Papa Francesco, il quale aveva originariamente previsto la canonizzazione di Acutis e di Frassati in data separata.
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