Irene Maiorino, da L'amica geniale a La scuola

L'attrice, madrina a Marateale, sta girando la serie Netflix

(di Francesca Pierleoni) (ANSA) - ROMA, 09 GIU - Aver dato volto a Lila nell'ultima parte della serie L'amica geniale, dai bestseller cult di Elena Ferrante, "è un'esperienza che continua ad avere un'eco molto forte e per me è bellissimo. Ho avuto modo di incontrare anche ragazze messicane, indiane, che mi hanno parlato delle loro nonne e di come vedendo la serie avessero trovato qualcosa che si agganciava alla loro identità, nonostante sia apparentemente qualcosa di legato al territorio. C'è una sorta di espansione che definirei animica del racconto". Lo dice all'ANSA, parlando degli impegni degli ultimi mesi, Irene Maiorino, prossima madrina della 17/a edizione del Festival Marateale - Premio Internazionale Basilicata (22- 26 luglio), presentata a bordo di un Frecciarossa tra Roma e Maratea. L'attrice è tornata da poco dagli Stati Uniti: l'8 maggio è stata protagonista alla Casa Zerilli Marimò della New York University dell'incontro Essere Lila - Voci di donne tra ribellione e silenzio nel sud dell'Italia: "Lila è un personaggio libero, indefinibile, ed appartiene anche alla fantasia di Elena. In qualche modo è veramente un archetipo femminile, questo la rende trasversale, oltre il tempo" aggiunge. Ora Maiorino è impegnata sul set de La scuola, miniserie realizzata da Picomedia per Netflix, che racconta 8 giovani cadetti dell'accademia militare Nunziatella di Napoli. Stando alle notizie già uscite, la serie, diretta da Ivan Silvestrini (Mare Fuori), ha fra gli interpreti principali anche Massimiliano Gallo e Cristiana Capotondi, è stata scritta da Ivano Fachin, Giovanni Galassi, Tommaso Matano e Michela Straniero ed è prodotta da Roberto Sessa. "È un progetto di cui sono molto contenta, dovrebbe avvicinare molto anche i giovani" sottolinea l'attrice, che nella storia dà volto a una vicecomandante. "Per me è una grande sfida approcciare tutto ciò che concerne il mondo militare, però questo è un personaggio che porta una grande umanità nel suo trasmettere comunque ai ragazzi valori che prescindono dalle accademie, dalle scuole, ma che hanno a che fare più con l'umano". Questo ruolo "richiama una disciplina dell'anima, ha una complessità che mi permette di non cadere nei cliché che possono esserci quando si raccontano i militari". Silvestrini poi è un regista "molto dinamico, molto attivo anche nella comunicazione con i ragazzi. Una cosa importante, perché loro ormai viaggiano su delle onde di grandissima velocità". L'attrice ha in cantiere anche un nuovo progetto cinematografico e un altro televisivo, "ma è ancora troppo presto per parlarne" conclude sorridendo. (ANSA).

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