Protocollo Viminale-Cei, iniziative per i migranti vulnerabili

(ANSA) - ROMA, 11 GIU - Valorizzare le migrazioni legali destinando iniziative di accoglienza e di inclusione ai migranti che ne hanno diritto. È questo l'obiettivo del protocollo di intesa tra il ministero dell'Interno e la Conferenza episcopale italiana, firmato oggi al Viminale dal ministro Matteo Piantedosi e dal cardinale presidente Matteo Zuppi. Attraverso intese tra prefetture ed enti ecclesiastici territoriali saranno promosse attività dedicate a richiedenti asilo e rifugiati, e in generale ai cittadini stranieri in condizioni di vulnerabilità. Per favorire una maggiore sinergia di azione e di intenti, sarà inoltre istituito un Tavolo tecnico permanente per individuare e monitorare le iniziative più adeguate. "Con la firma di oggi - sottolinea Piantedosi - rafforziamo un modello di accoglienza che coniuga solidarietà e legalità, valorizzando il ruolo fondamentale delle realtà ecclesiali sui territori. È responsabilità di chi governa un Paese stabilire regole di ingresso e politiche migratorie ed è altrettanto doveroso garantire tutela ai più vulnerabili e a chi fugge da guerre e persecuzioni. Confido che il Tavolo tecnico sia uno strumento operativo fondamentale per rendere ancora più efficace il lavoro sui territori." "Questo protocollo - osserva da parte sua Zuppi - è frutto di un lavoro di dialogo e confronto con il ministero, di cui ringrazio il ministro Piantedosi. La firma odierna sottolinea e conferma la collaborazione con le istituzioni e il grande ruolo delle comunità ecclesiali per l'accoglienza e l'integrazione, contrastando l'illegalità con la legalità". Il documento, aggiunge, "rappresenta infatti un ulteriore passo per garantire diritti e doveri sicuri ai migranti, che non sono mai solo numeri o braccia, ma persone che hanno bisogno di politiche lungimiranti di integrazione. Da anni, le Diocesi italiane sperimentano e dimostrano che è possibile tenere insieme la richiesta di sicurezza, il desiderio di solidarietà e l'esigenza di andare incontro ai bisogni di chi è costretto a scappare dalla propria terra. La questione riguarda tutti, istituzioni e comunità: è in gioco il futuro per loro e per la nostra società". (ANSA).
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