Residence rifiuta israeliani, 'a Gaza genocidio'

L'avviso sul sito di Villa Ebner, casa albergo nel sud Sardegna

(di Stefano Ambu) Il sito del residence Villa Ebner di Porto Pino, sulla spiaggia con le dune a una cinquantina di chilometri da Cagliari, manda subito due messaggi molto chiari: "Slava Ukraini" (gloria all'Ucraina) e Free Palestine (Palestina libera). Per Gaza, però, l'avviso è molto più esplicito: "Non ospiteremo più cittadini israeliani a meno che non dichiarino apertamente di ripudiare i crimini commessi dal governo israeliano e dal suo esercito". Non è opera di hacker, lo confermano all'ANSA dal residence, ma una scelta di campo vera e propria. "Sebbene il nostro non sia un sito di informazione, né un organo politico, riteniamo che anche in spazi come questo, aperto a comunità consapevoli della realtà in cui vivono, si debba dar conto di eventi che per gravità non possono essere ignorati. Quanto sta accadendo nella striscia di Gaza è uno di questi eventi. Far morire di fame bambini, donne, uomini non è un atto politico, né tantomeno un legittimo atto di difesa. Lo stermino sistematico di un popolo con l'intento dichiarato di cancellarlo dalla faccia della terra va considerato un vero e proprio genocidio". Quindi la decisione: "È inumano non sentire il dovere di fare qualcosa che vada oltre a un indignazione di facciata". A quel punto l'invito: chi si presenterà alla reception con documenti israeliani dovrà dissociarsi dalle azioni del governo e dell'esercito del loro Paese. "Boicottare i responsabili diretti di quanto sta avvenendo a Gaza, e chi, in silenzio, ne avvalla l'operato, è una scelta che ci auguriamo venga condivisa da molti - si spiega nell'avviso - È vero, è meno di una goccia in un oceano, ma necessaria almeno per dare un minimo di senso alla nostra coscienza". Altra situazione, altro contesto. Qualche settimana fa, in un'altra località a qualche chilometro da Porto Pino, a Chia, comune di Domus De Maria, era apparso un manifesto in spiaggia in inglese e in ebraico: "I criminali di guerra non sono benvenuti in Sardegna e possono essere perseguiti dalla legge". Il manifesto era stato rimosso dalla polizia locale in quanto non autorizzato. La comunitá ebraica era subito insorta: "Frasi antisemite". (ANSA).

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