Ristoratore, Liliana chiese sacchi neri,mesi prima di scomparire

(ANSA) - TRIESTE, 24 NOV - Diversi mesi prima che scomparisse, Liliana Resinovich avrebbe chiesto e avuto dal titolare di una pizzeria, che conosceva, e in modo riservato all'insaputa del marito Sebastiano Visintin, due sacchi neri grandi di quelli utilizzati per i rifiuti solidi urbani. Lo scrive oggi il quotidiano Il Piccolo sostenendo che a renderlo noto è stato lo stesso ristoratore (che poi ha venduto l'attività) in un incontro proprio con Visintin - indagato per il reato di omicidio - a casa di quest'ultimo. Un colloquio avvenuto sabato che, riporta il quotidiano, Visintin avrebbe "catturato" con il proprio cellulare. La registrazione sarebbe già stata consegnata in Questura. L'uomo, Alfonso Buonocore - il quale ricorda anche i piatti che Liliana e Sebastiano mangiarono la sera in cui la donna le chiese il primo di due sacchi (l'altro lo avrebbe chiesto il giorno dopo tornando appositamente in pizzeria) - ha detto di non aver parlato prima, in questi tre anni, perché "allora un amico carabiniere, informalmente, mi consigliò di farmi gli affari miei e di starmene fuori da questa storia". Scettica sull'attendibilità delle dichiarazioni è l'avv. Federica Obizzi che assiste la nipote di Liliana, Veronica Resinovich: "Ogni volta che c'è una novità un po' importante, poi c'è sempre qualcuno o qualcosa che in qualche modo tenta di rovesciare la situazione. E' una cosa strana, anomala, assurda, che fa sicuramente pensare a una costruzione. Perché queste dichiarazioni dopo tanto tempo? E perché non farle in Questura o in Procura?" si chiede la legale. Ricordando invece quanto sia importante che "due giorni fa c'è stata la comunicazione della Cassazione del rigetto del ricorso per una terza autopsia" sul corpo di Liliana, presentato dai legali di Visintin, Paolo e Alice Bevilacqua. "Dal punto di vista tecnico queste dichiarazioni - precisa Obizzi - andavano fatte prima in Procura e poi casomai ai media, perché sono in corso indagini su un omicidio. Che qualcuno vada a raccontare ai giornali e allo stesso indagato lascia qualche dubbio". L'ipotesi è che "si guardi allo spostamento dell'opinione pubblica. Speriamo la Procura ci restituisca una scena definitiva, agganciata alla realtà", ha concluso l'avvocata. (ANSA).
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