Suicidio era femminicidio, giudici 'marito mentì spudoratamente'

Giudici dell'Assise parlano di 'schietto dolo'

(ANSA) - GENOVA, 26 AGO - Ahmed Mustak, l'operaio del Bangladesh accusato di avere ucciso la moglie Sharmin Sultana e di averne inscenato il suicidio, "ha mentito spudoratamente", ha ricostruito quanto successo con versioni "fantasiose e del tutto inverosimili". E' quanto scrivono i giudici della corte d'assise (presidente Massimo Cusatti) nelle motivazioni della sentenza a 22 anni e sei mesi inflitta a maggio. Secondo i magistrati, quanto successo la notte tra il 6 e il 7 marzo 2023 non fu un incidente ma un omicidio con "schietto dolo". Nel calcolo della pena, i togati e i popolari hanno anche tenuto conto, pur "a fronte dell'enormità del gesto", del vissuto di Mustak considerando così le aggravanti equivalenti alle attenuanti. L'uomo, si legge nel documento, "prima del fatto era di certo l'ultimo soggetto che potesse considerarsi capace di compiere un'azione così scriteriata: eppure, anche una persona dalla vita così "regolare" ha avuto il suo momento di buio, di totale "blackout" della capacità di autocontrollo di cui pure è lecito presumere che fosse ben munito". Ritenere però le attenuanti prevalenti sarebbe stato "un eccesso di indulgenza nei confronti di un soggetto che ha colpevolmente ceduto a passioni e pulsioni che ben avrebbe potuto e dovuto dominare, così come risulta abbia sempre fatto". Mustak avrebbe colpito la moglie con un oggetto in cucina, da dietro, provocandole una ferita alla testa. La donna, 32 anni, avrebbe agonizzato per ore. Poi, a notte inoltrata, l'avrebbe buttata dalla finestra ben consapevole che fosse ancora viva. "La morte della donna - scrivono i giudici - è sempre stata ben salda nella volontà dell'imputato. Di fronte al ferimento della moglie, ha omesso di serbare l'unica possibile condotta doverosa, ovvero l'immediata chiamata dei soccorsi e ha, invece, realizzato la "fase 2" della dinamica lesiva, ossia la precipitazione del corpo dalla finestra quasi si trattasse di "un oggetto" del quale liberarsi". Secondo il pubblico ministero Marcello Maresca, Mustak (difeso dall'avvocata Vittoria Garbarini) uccise la moglie perché lei voleva emanciparsi, stava cercando un lavoro e usava troppo i social network. (ANSA).

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