E’ morto l’architetto Vivianetti: fu tra i fondatori di Italia Nostra Padova

Ex docente di storia dell’arte al Selvatico, aveva 86 anni ed è stato tra i periti che hanno dimostrato i danni alle mura in riviera Tito Livio. Curò la mostra sulla città d’acque prima e dopo l’interramento dei canali in centro

Edoardo Fioretto
Giancarlo Vivianetti
Giancarlo Vivianetti

C’è chi lascia un’eredità concreta, tangibile. E chi ne lascia una più morale, fatta di ricordi, memorie e insegnamenti. È quest’ultimo il caso di Giancarlo Vivianetti, architetto, per decenni insegnante di storia dell’arte al liceo “Pietro Selvatico”di Padova e tra i fondatori della sezione locale di Italia Nostra.

«Per anni è stato socio e stretto collaboratore del nostro primo presidente: Giulio Bresciani Alvarez. Ma per il suo grande senso di umiltà ha sempre rifiutato gli incarichi dirigenziali», spiega l’attuale presidente del circolo di valorizzazione del patrimonio culturale della città del Santo, Renzo Fontana.

 

L’architetto Vivianetti si è spento il giorno di Natale all’età di 86 anni. Molti i soci di Italia Nostra che lo avevano sentito nei giorni scorsi per i consueti auguri. Nessuno aveva idea che quel gesto tanto rituale quanto di estremo affetto, sarebbe stato anche l’ultimo saluto: chi a un collega, e chi (la maggior parte) a un valido amico.

Docente del Selvatico

«Al Selvatico fu uno stretto collaboratore di Bresciani Alvarez, negli anni in cui fu preside», racconta Fontana, commosso. «La loro collaborazione è continuata anche con la fondazione del circolo di Italia Nostra, di cui Bresciani Alvarez è stato per anni il presidente in carica. Giancarlo, invece, pur avendone avuto la possibilità per tanti anni, non ha mai accettato di salire sul gradino più alto dell’associazione. Diceva che aveva paura che potesse pregiudicare la sua posizione e reputazione di professionista. L’unica verità è che era una persona estremamente modesta. Era tanto brillante e sapiente nella conoscenza del territorio, soprattutto negli aspetti della storia dell’architettura, quanto restìo ad accettare protagonismi. Era il primo, ogni lunedì, ad aprire le porte della sede di Porta Molino dell’associazione, e non si tirava mai indietro quando c’era bisogno di aiuto».

Curatore di mostre

Curatore di diverse mostre ed esposizioni sulla storia della città del Santo, è stato anche perito in un processo per il danneggiamento delle mura del Duecento di riviera Tito Livio negli anni ’80. «Fu chiamato proprio per la sua conoscenza di Padova», chiarisce Fontana. Sempre parlando di riviere, fu lui uno degli organizzatori della primissima mostra sul confronto tra la città d’acque prima e dopo l’interramento dei canali. Una mostra che riuscì a mettere insieme il racconto dell’evoluzione della città, alla critica dell’operazione ingegneristica che cambiò completamente il volto del centro storico.

«A lui si deve anche la catalogazione di tutto il materiale e le opere realizzate dai docenti, ed ex docenti, del Selvatico», conclude Fontana, «e oggi custodite nel liceo. Si tratta di beni preziosi che testimoniano il passaggio di molti illustri insegnanti per quelle aule scolastiche». Un lutto che lascia molta tristezza nella comunità artistica cittadina: i funerali devono essere ancora fissati. —

 

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