In cella la banda degli autogrill: auto aperte con uno “jammer”

Arrestati all’area di sosta di Dolo 4 cittadini georgiani accusati di numerosi colpi. Gli automobilisti erano convinti di chiudere le loro automobili, invece, depredate: lo strumento infatti intercetta gli impulsi elettronici delle chiavi, bloccandoli

Roberta De Rossi
Finisce in cella la banda degli autogrill
Finisce in cella la banda degli autogrill

Hanno fatto dannare per settimane decine e decine di automobilisti, razziando le loro vetture, mentre loro - ignari - stavano bevendo un caffè in qualche autogrill.

Ieri, gli agenti della Polstrada di Venezia-Mestre - che con i colleghi del Friuli Venezia Giulia e della Mobile di Trieste investigavano da tempo sulla banda - hanno arrestato quattro cittadini georgiani, tra i trenta e quartant’anni, in azione all’autogrill di Dolo, lungo l’autostrada A4.

Gli investigatori sono convinti di essere riusciti a fermare una banda specializzata nel derubare i clienti delle aree di servizio autostradali, concentrati in particolare tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, lungo l’A4, da Trieste a Venezia. Ma non solo.

Il meccanismo adottato è sempre lo stesso: l’automobilista arriva, posteggia e “chiude” la macchina con l’impulso della propria chiave: ma in realtà l’automobile resta aperta, perché l’impulso è stato intercettato e bloccato da uno “jammer” in possesso della banda, strumento capace di interferire con questo genere di comandi. Così, il proprietario dell’auto è convinto di avere messo al sicuro il contenuto della propria auto e, invece, al ritorno dalla pausa nell’autogrill la ritrova svuotata di ogni cosa.

L’apparecchio elettronico intercetta il segnale di chiusura-apertura della chiave e si trasforma così in un passepartout, permettendo alla banda di ladri di mettere a segno decine e decine di colpi.

La Polizia è convinta di poter accusare anche di altri colpi i quattro cittadini georgiani arrestati in flagranza di furto alla stazione di servizio autostradale di Dolo.

Immagini delle telecamere alla mano, hanno raccolto elementi a loro carico anche per altri colpi.

Tre cittadini georgiani erano già stati denunciati a piede libero un mese fa, il 9 luglio, dopo essere stati trovati in azione nell’area di Arino Est.

In macchina avevano due computer dei quali ignoravano la password per accenderli (e poi risultati rubati il giorno prima in un autogrill in Toscana), quasi 4 mila euro in contanti e una macchina fotografica con teleobiettivo. In quell’occasione i tre presunti ladri trentenni erano stati denunciati a piede libero.

Non questa volta.

La pubblico ministero Alessia Tavarnesi - di turno in questi giorni in Procura - ha chiesto la convalida dell’arresto e una misura cautelare: sarà perciò la giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Venezia, Carlotta Franceschetti, a decidere nei prossimi giorni - dopo l’interrogatorio di garanzia, nel quale gli indagati potranno dare la loro versione dei fatti oppure avvalersi della facoltà di non rispondere - quale sia il destino dei quattro arrestati, in attesa del processo. 

 

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