Femminicidio di Giulia Cecchettin, la confessione di Turetta: «L’ho accoltellata guardandola negli occhi»

Per la prima volta a Quarto Grado le parole messe a verbale davanti al pm dallo studente reo confesso dell’uccisione della ragazza di Vigonovo: «Lei si proteggeva mentre la colpivo, l’ho uccisa perché voleva stare senza di me»

Filippo Turetta, in una foto tratta da Instagram. INSTAGRAM/ FILIPPO TURETTA +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK +++
Filippo Turetta, in una foto tratta da Instagram. INSTAGRAM/ FILIPPO TURETTA +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK +++

«Abbiamo iniziato a discutere. Mi ha detto che ero troppo dipendente, troppo appiccicoso. Voleva andare avanti, si stava creando nuove relazioni, si stava sentendo con un altro ragazzo. Ho urlato che non era giusto, che avevo bisogno di lei, che mi sarei suicidato. È scesa dalla macchina gridando: Lasciami in pace».

Pochi minuti dopo le coltellate: «Mi ricordo che era rivolta all’insù verso di me. Si proteggeva con le braccia dove la stavo colpendo».

Ecco l’ultima foto di Giulia Cecchettin al centro commerciale con Turetta
L'ultima foto di Giulia Cecchettin viva assieme a Filippo Turetta come mostrato da Quarto Grado

E’ il racconto che Filippo Turetta, reo confesso del femminicidio di Giulia Cecchettin, ha fatto davanti al sostituto procuratore Andrea Petroni nell’unico interrogatorio finora sostenuto. Passo dopo passo, Turetta ha messo in ordine la propria versione dei fatti di quella sera dell’11 novembre 2023 tra Vigonovo e Fossò.

Un documento, il verbale, svelato per la prima volta venerdì sera, 21 giugno, durante la trasmissione Quarto Grado. Il 15 luglio Turetta sarà per la prima volta davanti ai giudici. 

«Le ho dato, non so, una decina, dodici, tredici colpi con il coltello. Volevo colpirla al collo, alle spalle, sulla testa, sulla faccia e poi sulle braccia. Era rivolta all'insù verso di me. Si proteggeva con le braccia dove la stavo colpendo. L'ultima coltellata che le ho dato era sull'occhio. Era come se non ci fosse più. L'ho caricata sui sedili posteriori e siamo partiti».

«Voleva vivere senza di me»

«L'ho uccisa perché voleva vivere senza di me». Così Turetta ha motivato l’uccisione della sua ex fidanzata la sera dell'11 novembre 2023, dopo aver trascorso il pomeriggio assieme a fare shopping e poi a cenare al centro commerciale Nave de Vero a Marghera.

Poi il viaggio di ritorno con l'auto che si ferma in un parcheggio a 150 metri dalla casa di Giulia.

Giulia Cecchettin
Giulia Cecchettin

«Volevo darle un regalo, una scimmietta mostriciattolo. Con me avevo uno zainetto che conteneva altri regali: un'altra scimmietta di peluche, una lampada piccolina, un libretto d'illustrazione per bambini. Lei si è rifiutata di prenderlo», ha fatto mettere Turetta a verbale, «Abbiamo iniziato a discutere. Mi ha detto che ero troppo dipendente, troppo appiccicoso con lei. Voleva andare avanti, stava creando nuove relazioni, si stava 'sentendo' con un altro ragazzo».

«Il coltello preso dal sedile»

«Ho urlato che non era giusto, che avevo bisogno di lei, che mi sarei suicidato», prosegue il verbale, «Lei ha risposto decisa che non sarebbe tornata con me. E' scesa dalla macchina, gridando 'Sei matto, vaffanculo, lasciami in pace. Ero molto arrabbiato. Prima di uscire anch'io, ho preso un coltello dalla tasca posteriore del sedile del guidatore».

«L'ho rincorsa, l'ho afferrata per un braccio tenendo il coltello nella destra. Lei urlava 'aiuto' ed è caduta. Mi sono abbassato su di lei, le ho dato un colpo sul braccio, mi pare di ricordare che il coltello si sia rotto subito dopo. Allora l'ho presa per le spalle mentre era per terra. Lei resisteva. Ha sbattuto la testa. L'ho caricata sul sedile posteriore».

«Giulia era come se non ci fosse più, l'ho caricata sui sedili posteriori e siamo partiti. Avevo i vestiti abbastanza sporchi del suo sangue». Turetta abbandonerà il corpo dell'ex fidanzata in una zona isolata vicino al lago di Barcis per poi fuggire in macchina fino in Germania.

Il nodo della premeditazione

Il giovane confessa ma prova a convincere il magistrato che non ci fu premeditazione. «Lo scotch lo tenevo sempre in macchina, i coltelli anche perché avevo pensieri suicidi».

Viene approfondito il tema della fuga. «Questo - dice riferendosi ad alcune immagini che gli vengono mostrate - sono io al distributore di Cortina. I vestiti sporchi di sangue li ho cambiati con altri che avevo in macchina. In auto ho sempre un cambio, coperte, qualcosa da mangiare o da bere».

«Ho provato a suicidarmi»

«Ho imboccato la strada per Barcis, mi sono fermato in un punto in cui non c'erano case, sono rimasto un po' lì ho provato anche con un sacchetto a soffocarmi però anche dopo averlo legato con lo scotch non ci sono riuscito. Pensavo che se avessi fumato e bevuto sambuca sarebbe stato più facile suicidarmi, invece ho vomitato in macchina».

«Allora ho riacceso il telefono, cercavo notizie che mi facessero stare abbastanza male da avere il coraggio per suicidarmi ma ho letto che i miei genitori speravano di trovarmi ancora vivo e ciò ha avuto l'effetto opposto: mi sono rassegnato a non suicidarmi più e a essere arrestato».

Il legale di Gino Cecchettin

«Io preferisco concentrarmi sul processo che avremo a breve. Conta solo quello per me, che sia fatta giustizia per la dolce Giulia. A me quello interessa». Lo ha detto all'Ansa l'avvocato Stefano Tigani, che assiste la famiglia di Giulia Cecchettin, commentando la pubblicazione del verbale di interrogatorio davanti al pm di Filippo Turetta. «A me gli scoop non interessano», ha aggiunto, «Mi interessa solo l'accertamento della verità».

Il legale di Turetta

«Mi limito a ribadire che siamo sorpresi, perché in uno Stato di diritto i processi si celebrano nelle aule di giustizia e non nei salotti televisivi». Lo ha dichiarato all'Ansa l'avvocata Monica Cornaviera, che assieme al professor Giovanni Caruso difende Filippo Turetta, dopo la divulgazione dei verbali dell'interrogatorio del giovane accusato dell'omicidio di Giulia Cecchettin.

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