Protesta contro Fiano, i contestatori: «Il clamore mediatico distorce la realtà»
La segreteria nazionale di Fgc, Fronte della gioventù comunista, ha preso posizione sulla protesta a Ca’ Foscari: «Se si fa la 'Sinistra per Israele' mentre Israele sta sterminando i palestinesi, bisognerebbe mettere in conto la possibilità di ricevere contestazioni»

La segreteria nazionale del Fronte della gioventù comunista (Fgc) prende posizione sulla protesta che martedì ha impedito lo svolgimento di un dibattito a Ca' Foscari con ospite, tra gli altri, Emanuele Fiano, presidente dell'associazione Sinistra per Israele. La contestazione «sta suscitando un clamore mediatico artificialmente costruito - spiegano gli attivisti -, che ha il solo obiettivo di distorcere la realtà».
La Sinistra per Israele «è evidentemente disabituata a rapportarsi con un'Italia che, in larghissima maggioranza, non condivide le sue posizioni filoisraeliane» spiegano.
«Un'Italia che, da mesi, si mobilita contro la complicità italiana nel genocidio dei palestinesi, con milioni di persone in piazza. Se si fa la 'Sinistra per Israele' mentre Israele sta sterminando i palestinesi e occupando illegalmente i territori su cui dovrebbe nascere il loro Stato bisognerebbe quantomeno mettere in conto la possibilità di ricevere contestazioni».
Da Fgc si dicono «sinceramente stupiti nel sentire Emanuele Fiano, figlio di deportati ad Auschwitz, parlare a sproposito di 'odio antisemita' mentre incassa la solidarietà della destra nazionalista, cioè degli eredi politici di chi fu davvero complice dello sterminio degli ebrei italiani».
«All'unisono - sottolineano -, centrodestra e centrosinistra oggi attaccano il Fgc, che figura tra i principali promotori della contestazione assieme ad altre sigle universitarie. Vogliamo denunciare la contrapposizione artificiale, costruita dalla narrazione mediatica, che contrappone quelli presuntamente 'pacifisti', 'tolleranti' e 'democratici' agli 'intolleranti pro-pal'».
La libertà di «sostenere e negare un genocidio avvenuto sotto gli occhi del mondo senza ricevere neanche una contestazione è davvero una pretesa troppo grande», concludono gli attivisti.
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