Extinction rebellion a Venezia con Greta Thunberg: «Multe e Daspo per noi non esistono»
Gli attivisti raccontano la mattinata con Greta: «Ha accettato subito di partecipare». La questura conferma denunce

«È stato bello averla con noi, quando le abbiamo proposto di accettare è venuta subito. Ha voluto mantenere un profilo basso, ma è stata molto contenta della nostra manifestazione. E la sua presenza, nel corso della mattinata, ha avuto un effetto calmante: anche la barriera linguistica non è stata un problema, parlavamo tutti inglese, bene o male».
Daspo, multe e denunce non spengono l’entusiasmo e la soddisfazione degli attivisti di Extinction rebellion che, a ventiquattro ore di distanza dalla protesta di Rialto che ha occupato il ponte e colorato il Canal Grande, raccontano con orgoglio la mobilitazione di sabato e la collaborazione con Greta Thunberg, la giovane attivista svedese da anni diventata il volto dell’ambientalismo internazionale.
«Lei venerdì era a Verona, assieme ai rappresentanti della Global Sumud Flotilla: sta attraversando tutta Italia per una sorta di tour di sensibilizzazione in vista dello sciopero del 28 novembre a favore del popolo palestinese. Visto che era qui, logisticamente vicina, abbiamo deciso di contattarla e di invitarla a unirsi a noi», racconta Paola, esponente veneziana di Xr, «Ha accettato subito: è venuta in giornata, partendo proprio da Verona, ed è ripartita quasi immediatamente, ma è stato importante averla con noi.
L’unica cosa che ci ha chiesto è stata quella di non diventare la protagonista della protesta: non voleva rilasciare interviste, voleva restare sotto traccia. Poi, ovviamente, è stata riconosciuta lo stesso. E ha espresso commenti molto positivi per quello che abbiamo messo in piedi, in tutta Italia e a Venezia in particolare». Riguardo alle conseguenze, per Thunberg così come per gli altri 36 attivisti, Extinction rebellion alza le spalle: «A noi non è stato notificato nulla: né multe, né Daspo, né denunce. Per quanto ci riguarda, quindi, queste misure delle forze dell’ordine non esistono. D’altronde non ci possono contestare granché: la fluorescina non è certo inquinante, sarebbe assurdo che per protestare a favore dell’ambiente finissimo noi stessi per danneggiarlo».
In effetti questura e polizia locale non chiedono conto del colorante versato in canale, invece pretenderanno che i 37 identificati rispondano per la mancata comunicazione preventiva della manifestazione e per intralcio alla viabilità pedonale sul ponte. «Anche questo è opinabile: abbiamo sempre lasciato lo spazio perché le persone potessero passare». I fogli arriveranno con tutta probabilità nelle prossime ore.
Quanto alle ragioni del flash mob, l’appello di Xr non perde di intensità: «Siamo in una città delicatissima, dentro un ecosistema ancora più delicato. In questi giorni abbiamo visto il Mose alzarsi sempre più spesso, ma sembra che nessuno si ricordi l’impatto che le sue attivazioni hanno sull’ambiente lagunare. E quanto alle ragioni delle acque alte più frequenti, oltre al cambiamento climatico c’è da puntare il dito contro Fincantieri: a Porto Marghera ha prelevato acqua dalle falde, e questo ha comportato un abbassamento del livello del suolo sottomarino. Ma non se ne parla mai».
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