Italia-Israele a Udine, dalla Fifa 13 mila euro di multa per i fischi all’inno degli ospiti

È stata rilevata una violazione dell’articolo 17 del Codice disciplinare. Punita anche la tentata invasione di campo nei primi minuti della ripresa

Pietro Oleotto
Il momento degli inni nazionali prima di Italia-Israele (foto Petrussi)
Il momento degli inni nazionali prima di Italia-Israele (foto Petrussi)

Il Friuli - Bluenergy Stadium punito per aver violato l’articolo 17 del Codice disciplinare della Fifa. Succede anche questo nel pazzo mondo del calcio, anche che un impianto modello, scelto dall’Uefa per disputare l’ultima edizione della Supercoppa europea tra Psg e Tottenham, capace di proporsi senza barriere modello Alcatraz come in gran parte del mondo, finisca sotto la lente degli “agenti” della Federazione internazionale per il comportamento di una piccola parte di quei diecimila appassionati che hanno assistito a Italia-Israele lo scorso 14 ottobre, gara carica di tensione in quel momento, quando l’accordo per il cessate il fuoco a Gaza doveva ancora essere sottoscritto.
Per questo motivo e per evitare manifestazioni pro-Pal anche nella zona dei Rizzi, oltre che in centro città, dove ci sono stati violenti scontri alcuni partecipanti al corteo e le forze dell’ordine, l’appuntamento è stato letteralmente blindato. Rigorosi controlli ai cancelli, tiratori scelti sul tetto dello stadio, droni in azione e una rigorosa sistemazione degli spettatori sui seggiolini del Friuli, tanto che le prime file sono state lasciate vuote per meglio controllare eventuali episodi di protesta.

Che, secondo la Fifa, ci sono stati nei primi minuti della ripresa, nella Curva Nord, il lato della porta israeliana: lì due tifosi avrebbero tentato l’invasione, ma sono stati prontamente bloccati dagli steward del servizio d’ordine. Un’iniziativa passata davvero sottotraccia. Chi era presente quella sera durante i 90 minuti non ha colto alcun segnale di un’invasione, seppur solo tentata. Anzi, tra qualche applauso e pochi cori, è sembrato di assistere a una partita anestetizzata, come quelle che venivano proposte all’epoca del Blocco Sovietico, tra gli Anni 70 e 80, con gli spettatori ordinatamente seduti (allora) sui gradoni di cemento. L’unico momento di “ribellione” durante l’inno israeliano, quando si sono uditi dei fischi, neppure una bordata.

Così la Federcalcio, «responsabile del mantenimento dell’ordine e della sicurezza prima, durante e dopo le partite nello stadio e dintorni», secondo il regolamento Fifa, dovrà pagare una multa di 12.500 franchi svizzeri, 13.430 in euro al cambio attuale. Inflessibile il “delegato”, come inflessibili sono stati i suoi colleghi che, per esempio, hanno rifilato 87.500 franchi di multa alla Serbia nella sfida al calor bianco con l’Albania per racist abuse. Ma la lista è lunga. Da Libia-Capo Verde ad Andorra-Serbia, stavolta con il Principato nei Pirenei costretto a pagarne 5 mila. Non si chiude un occhio

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