Lasciano il posto fisso per allevare 150 caprette: la storia di Arianna e Walter
Tra i vigneti Unesco del Prosecco, a Borgo Marzolle, Walter e Arianna hanno lasciato il posto fisso per allevare 150 capre Murciana-Granadina e produrre formaggi artigianali che vanno a ruba nei mercati locali: «Scelta di vita, non di lavoro»

Chi va ad immaginare un allevamento di 150 capre all’ombra dei vigneti di Prosecco? Eppure è quassù, in collina, in borgo Marzolle, tra La Bella e il gioiello di Rolle, nel cuore delle colline dell’Unesco, senza dimenticare che Rolle è borgo del cuore del Fai.
E i due neoallevatori, Walter, 43 anni, ed Arianna, 40, hanno lasciato il posto fisso – lui era meccanico, lei maestra d’asilo – per dedicarsi a questa nuova attività.
Che è bucolica solo apparentemente. «Tre pasti e due mungiture ogni giorno, vedete voi», spiega Walter Casagrande, «E attenzione, le capre sono come un “orologio”, non si può sgarrare, ed è necessario rispettare i loro ritmi e le loro esigenze nutrizionali».
«Ma», sorride ancora Walter, «la nostra non è stata la decisione di intraprendere un nuovo lavoro, ma una scelta di vita. Altrimenti non riusciremmo a garantire una presenza per 365 giorni all’anno. Ma questo non ci costa, perché siamo affezionati alle nostre capre. Alcune hanno 8-9 anni. Le trattiamo con molta cura».
Le capre sono tutte di razza Murciana - Granadina, dunque di origine spagnola. Un centinaio sono in lattazione ed altre cinquanta piccole. Walter, quindi, lavora anche il latte.
E la moglie, Arianna Dall’Arche? Provvede alla commercializzazione dei formaggi, «che vanno a ruba», da quando è stata avviata la loro piccola filiera produttiva: li porta al mercato, il lunedì a Follina, il martedì a Falzè di Piave e il giovedì a Pieve di Soligo.
E insieme si prendono cura dei figlioletti, Cloe e Noè. I costi sono sempre più alti. Quelli della materia prima, come il mangime che arriva dall’Ucraina, ma anche della burocrazia, che di certo non agevola. La razza Murciana l’hanno scelta perché le capre, quando sono in piena produzione, arrivano a 80-100 litri di latte al giorno.
I freschi (stracchino, robiola, panna cotta) sono pronti in una settimana, le caciotte in trenta giorni, i formaggi latteria in due mesi e mezzo, quelli più stagionati in tre mesi circa.
«Facciamo anche lo yogurt. I nostri prodotti sono Ppl (Piccole produzioni locali ndr) – specifica Arianna – e, per la verità, confezioniamo anche insaccati, per il momento di maiali che alleviamo noi, e naturalmente la carne dei capretti. Ma c’è il progetto di arrivare anche a insaccati di carne di capra. Stiamo facendo le pratiche per diventare anche macelleria agricola. Infine vogliamo avviare una fattoria didattica».
I porgetti, alla coppia i non mancano. Prima di avviare l’allevamento, i due giovani aveva fatto una “sperimentazione” a Valmareno, per avere la certezza che non si trattasse di un azzardo.
E avevano iniziato con una ventina di capre. Ora, a Marzolle, nel loro appezzamento, dispongono non solo della stalla, accanto alla loro abitazione, ma anche di un caseificio. Avrebbero bisogno di almeno un collaboratore, per poter gestore tutto al meglio, ma i costi al momento non permettono alla coppia ulteriori spese .
«Quando sentiamo parlare delle Colline Unesco, riconosciute Patrimonio dell’Umanità per la loro biodiversità, riteniamo che a questa contribuisca anche la nostra attività». Oltre il Prosecco, c’è di più, tra quello e colline. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova