La mamma discute la tesi e il figlio la abbraccia: la foto commuove il web

Alice Boselli, maestra e consigliera comunale, protagonista dello scatto assieme al figlio di 5 anni durante la laurea all’Università di Verona. I sacrifici per il titolo bis, i sensi di colpa, l’obiettivo conquistato: «L’esempio più bello per un figlio è una mamma soddisfatta»

Rubina Bon
Alice Boselli davanti alla commissione di laurea con il figlio abbracciato a lei
Alice Boselli davanti alla commissione di laurea con il figlio abbracciato a lei

Cosa c’è di più spontaneo dell’abbraccio di un bambino alla propria mamma? E poco importa se quell’abbraccio è dato davanti alla commissione di laurea, una schiera di docenti e proprio la mamma sulla sedia del laureando, impegnata a discutere la tesi sul tema della condizione della donna nel tempo.

La foto, tenera e significativa, ha fatto il giro del web non appena Alice Boselli ha indossato il tocco di laurea in testa. L’abbraccio così naturale, i volti dei docenti inteneriti dalla scena, le braccia di madre e figlio che si intrecciano e sostengono l’un l’altro. Come se la mamma trovasse l’ultimo scatto di determinazione in quel gesto e il piccolo si sentisse a casa, pur in una situazione nuova ed elettrizzante.

Alice Boselli, veronese, insegnante alla scuola primaria e consigliera comunale a Povegliano Veronese, è una delle protagoniste di questa storia. L’altro è il suo bambino, 5 anni.

A pubblicare per prima la foto è stata la sindaca di Povegliano Veronese, Roberta Tedeschi: «In questa immagine c’è la rivoluzione che ci spetta: il coraggio di conquistare il proprio spazio di libertà, l’amore di una mamma che non chiede permesso, il sapere come atto di resistenza e futuro. E’ la fotografia della società che dovremmo essere e che ancora non siamo, ma saremo!»

Nei giorni scorsi, Boselli ha conseguito la seconda laurea in Scienze storiche all’Università di Verona dopo il primo alloro nel 2009 in Scienze politiche a Padova.

«Stavo parlando, non mi sono accorta di quello che stava succedendo, me l’hanno raccontato poi. Mio figlio mi ha gironzolato intorno un po’, poi mi ha stretta», ha raccontato Alice Boselli al quotidiano L’Arena, «Gli avevamo spiegato cosa sarebbe successo, ma ci tenevo fosse lì perché capisse cos’è l’università. Del perché ho passato ore e ore sui libri e al computer. Credo che in quel momento abbia avvertito la mia agitazione e che ad un certo punto non ce l’abbia più fatta. Mi ha stretta e ho proseguito così».

In questi anni di studio, Alice Boselli ha dovuto fare i salti mortali tra gli impegni di famiglia, quelli di lavoro, le scadenze da consigliera comunale, e poi i libri, gli appunti, gli esami. Un tetris che moltissime donne conoscono, pur con ingredienti diversi. Un rebus spesso segnato da un comune senso di colpa nel levare tempo ed energie ai figli per dedicarsi a qualcosa altro, pur importante.

Nei mesi di preparazione della tesi, Boselli in qualche modo ha coinvolto anche la famiglia: il marito e i nonni da cui ha avuto un supporto fondamentale nella gestione soprattutto del bimbo, e il figlio stesso che ha sentito la mamma chissà quante volte ripetere a voce alta l’abstract della tesi in vista della discussione. Tanto che alla fine pure il piccolo sapeva dei piccoli pezzi del discorso da pronunciare davanti alla commissione.

La neo dottoressa bis ha raccontato di aver studiato prevalentemente alla sera e alla notte, dopo aver messo a letto il bambino, e anche nei fine settimana, pur facendo a pugni con il senso di colpa. Nonostante questo, è andata avanti convinta che quella fosse la strada giusta. «Ho sempre pensato che l’esempio più bello che si possa dare a un figlio è mostrare una mamma soddisfatta della propria vita».

 

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