“Padova. Città dipinta – Percorso tra gli affreschi trecenteschi” in edicola con i nostri giornali
Maria Beatrice Autizi è forse l’autrice più adatta a redigere una guida che permetta non solo di attraversare, ma anche di comprendere il valore dei cicli affrescati nel XIV secolo a Padova

Dal 2021 a Padova sono stati riconosciuti come patrimonio dell’umanità UNESCO i cicli affrescati del XIV secolo, dislocati in modo diffuso nel centro storico.
Rientrano nella categoria otto specifici siti, ovvero: la Cappella Scrovegni, punto di partenza obbligatorio e massimo capolavoro di Giotto, il Palazzo della Ragione, la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, la Reggia, il Battistero della Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Basilica e il Convento di Sant’Antonio, l’Oratorio di San Giorgio e quello di San Michele.
Maria Beatrice Autizi, studiosa con numerose pubblicazioni all’attivo dedicate a Padova, è forse l’autrice più adatta a redigere una guida che permetta non solo di attraversare, ma anche di comprendere appieno il valore di queste antiche testimonianze: ecco quindi “Padova. Città dipinta – Percorso tra gli affreschi trecenteschi”, che agli otto siti sopraccitati ne aggiunge anche un nono, il Castello Carrarese, in cui le opere sono state solo recentemente riscoperte e sono tuttora in fase di restauro.
Nel corso del Trecento la pittura diventò documento della grandezza della signoria carrarese, che fece dell’arte uno strumento politico e autocelebrativo.

Sotto Ubertino da Carrara fu costruita la Reggia, cinta da mura merlate con torri che, con il Castello fortificato, divenne una vera e propria corte anticipando di decenni le signorie del Quattrocento per fasto e mecenatismo.
Sotto Francesco il Vecchio da Carrara furono accolti molti artisti e il celebre poeta Francesco Petrarca, fu creata una preziosissima biblioteca, la musica si trasformò in ars nova e, in un ambiente così colto e raffinato, si sviluppò il piacere di sfoggiare abiti eleganti realizzati con ricchi tessuti, corredati di copricapi, borse, calzature, armi di rappresentanza.
Il prestigio dei signori di Padova oltrepassò i confini cittadini e la corte dei Carraresi entrò in un contesto di rapporti italiani ed europei relazionandosi con Roma, Firenze, Mantova, con Luigi I il Grande d’Ungheria e la corte di Buda, ma anche con Parigi.
Nel corso del secolo, grazie alla sua Università, fondata nel 1222, la città diventò un centro di studi all’avanguardia, di relazioni internazionali e acquistò una straordinaria notorietà grazie ai circoli preumanistici e a studiosi che esploravano le nuove frontiere della cultura letteraria e scientifica.
Il patrimonio pittorico tutelato dall’UNESCO ricalca quindi l’epoca patavina “dorata” del libero Comune e delle prime signorie, restituendone lo sfarzo anche in contesti apparentemente distanti come la rappresentazione delle scene sacre: al tempo della realizzazione delle opere era infatti consuetudine inserire personaggi dell’allora presente come testimoni di episodi dell’Antico o del Nuovo Testamento, oppure abbigliare il pubblico di una determinata scena con vestiti e accessori ispirati alla moda del momento.
Ecco quindi perché gli affreschi e i dipinti di Giotto di Bondone, Giusto de’ Menabuoi, Jacopo da Verona e Jacopo Avanzi, Altichiero da Zevio e Guariento di Arpo, ovvero i vari artisti che si alternano lungo questo itinerario pittorico, non vanno osservati “solo” come splendide opere, ma analizzati in ogni minimo dettaglio, poiché sono un vero e proprio documento a testimonianza della storia, della cultura e della moda della Padova Carrarese.
Sinossi
Nella Cappella Scrovegni Giotto rinnovò profondamente la pittura e aprì la strada al Rinascimento. Enrico Scrovegni, per primo, ebbe la consapevolezza del valore celebrativo e propagandistico dell’arte e la sua intuizione fu fatta propria dai da Carrara. I signori di Padova chiamarono i pittori più famosi del tempo e di loro si valsero le famiglie più illustri per decorare le proprie cappelle.
Tra il 1302 e il 1397 Padova si trasformò in una Urbs Picta, un itinerario di splendidi affreschi che, partendo dalla Cappella Scrovegni, coinvolse la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, Palazzo della Ragione, la Reggia Carrarese, il Battistero della Cattedrale, la Basilica e il Convento di Sant’Antonio, l’Oratorio di San Giorgio e l’Oratorio di San Michele.
I cicli affrescati del XIV secolo degli otto siti sono stati riconosciuti patrimonio UNESCO, ma anche il Castello Carrarese conserva ancora raffinatissimi dipinti, gli unici a carattere laico oltre a quelli di Palazzo della Ragione e della Reggia. Affreschi che non costituiscono solo un patrimonio pittorico unico nel suo genere, ma che lasciano anche un insieme di preziose testimonianze dell’arte, della storia, della cultura e della moda del Trecento nel periodo del libero Comune e della Padova Carrarese.
La scheda
Numero pagine: 176
Formato: 16.3 x 23.5 cm
Prezzo (in abbinata): 12.90 €
In edicola da: 29 giugno 2024
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