Il ritorno degli antichi mestieri: ecco il raduno internazionale degli spazzacamini

I trevigiani Florian, Contò e Rossi raccontano il maxi raduno in Val Vigezzo: «È diventato un mestiere di nicchia, sempre ricercato. Per i bambini siamo eroi»

Pietro Nalesso
La delegazione veneta al raduno internazionale degli spazzacamini
La delegazione veneta al raduno internazionale degli spazzacamini

A Santa Maria Maggiore, nel cuore della Val Vigezzo (Verbania) in Piemonte, un paese si trasforma ogni anno nel palcoscenico di una tradizione secolare: 1.300 spazzacamini da tutto il mondo si ritrovano per celebrare il loro antico mestiere nel Raduno Internazionale, e tra di loro, c’erano anche tre trevigiani a portare l'onore della Marca.

Non è solo un raduno, ma un vero e proprio abbraccio tra culture, un inno a un lavoro che, nonostante il tempo e le tecnologie, rimane fondamentale.

Luciano Rossi (ex presidente regionale di categoria e figura di riferimento del settore), Andrea Florian (Dumont Camini e divulgatore nel mondo della fumisteria), Eric Contò (vicepresidente di categoria per la provincia di Treviso), uniti a Luca Baldan (presidente di categoria per la provincia di Belluno) hanno rappresentato con fierezza il trevigiano in questa 42ª edizione.

E perché proprio nel borgo piemontese? Lì si trova il Museo dello Spazzacamino, che registra oltre 10mila visitatori all’anno, e che ha accolto professionisti da tutto il mondo il week-end passato, come accade ogni anno.

La sfilata è stata il momento culminante, con il paese chiuso e transennato per accogliere il corteo che si snodava tra le vie.

A bordo strada, una folla festante, soprattutto i bambini, che urlavano "spazzacamino!" in attesa dei sacchettini di caramelle che i professionisti, con un sorriso, distribuivano a piene mani. Un'immagine d'altri tempi che si ripete, con i più piccoli che guardano gli "eroi" dei tetti come fossero personaggi di un cartone animato.

«Era la prima volta che partecipavo - racconta Contò, de I Fumisti di Villorba - sono rimasto sorpreso. Eravamo spinti dalla curiosità dai racconti di colleghi e di contenuti che trovavamo sui social. È un evento sentitissimo, la gente lo vive con una passione incredibile. Ci sono stati momenti di aggregazione unici, cene e feste nei paesini di montagna».

Tra i 700 tedeschi, gli americani, i cechi e gli slovacchi, la delegazione italiana ha saputo farsi notare.

«L'attività dello spazzacamino oggi è cambiata, è diventata un mestiere di nicchia, sempre più ricercato. Non si tratta solo di pulire le canne fumarie, ma anche di installare sistemi fumari, lavoro dei fumisti. Il nostro settore è in crisi, che sta vivendo un piccolo ritorno di fiamma, soprattutto tra i giovani.

Molti seguono le orme dei padri, ma non ci si sporca più come una volta. Resta un mestiere umile, ma i professionisti sono sempre richiesti, noi ci togliamo grandi soddisfazioni».

Cenere utilizzata per colorare il volto dei bambini, professionisti che sfilavano indossando doppiopetto e bombetta omaggiando la tradizione accompagnati dalla musica della banda.

E tra gli antichi “salvatori” c’erano anche i nostri della Marca: «Lo spazzacamino nasce per rendere sicura la casa, così che la canna fumaria non fumi, era come un pompiere. Sfilando davanti a tutti quei bambini mi sono sentito un eroe, una sensazione strana, ma gratificante. I bambini ti guardavano come Topolino. Ma noi portavamo la divisa moderna, niente vestiti vintage». 

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