Stipendi bloccati per i civili italiani nelle basi Usa: Tajani si muove per lo sblocco dei pagamenti
Il ritardo legato allo shutdown americano. Duemila lavoratori coinvolti tra Aviano, Vicenza e Livorno. Stato di agitazione dei sindacati

Personale civile italiano delle Basi senza stipendio, si è mosso il governo italiano. Su richiesta del ministro degli Esteri Antonio Tajani sono state avviate le interlocuzioni con l’ambasciata americana a Roma e con il Dipartimento di Stato a Washington per risolvere il problema della mancata retribuzione. Circa duemila dipendenti – 409 ad Aviano, i restanti a Vicenza e Livorno – non hanno ancora ricevuto la mensilità di ottobre, attesa, come da contratto, 10 giorni fa. Chi lavora nelle basi controllate dalla marina Usa, come Napoli, afferenti a norme diverse, invece, è stato pagato.
Il ritardo è legato allo shutdown, ovvero il blocco delle attività amministrative negli Usa, a causa della mancata approvazione della legge di bilancio.
La paralisi permane dal 1° ottobre scorso: è il più lungo shutdown nella storia degli Stati Uniti. I suoi effetti devastanti si sono visti sul traffico aereo, con 6 mila voli cancellati o in ritardo. E ora circa 42 milioni di americani rischiano di non mangiare. La Corte suprema ha sentenziato che l’amministrazione non è tenuta a pagare i sussidi alimentari Snap, sospesi a causa dello shutdown.
Intanto circa 750 mila dipendenti federali sono stati messi in congedo temporaneo non retribuito. Chi deve garantire invece i servizi essenziali lavora senza paga.
In una missiva inviata il 5 novembre all’ambasciata Usa, presidenza del Consiglio dei ministri e ai ministeri degli Esteri, della Difesa e del Lavoro, le segreterie nazionali di Fisascat Cisl e Uiltucs, che seguono la vertenza, hanno sottolineato come ai dipendenti civili italiani nelle installazioni militari americane non si applichino le norme federali statunitensi, ma quelle vigenti nello stato di appartenenza: è quanto prevedono gli accordi bilaterali e il contratto di lavoro.
L’ambasciata degli Usa a Roma ha confermato alla Farnesina, come ha appreso l’Ansa, che l’Air force e la Us army «stanno approfondendo con il Pentagono la possibilità di ricorrere a fondi propri per erogare la retribuzione ai dipendenti italiani».
A livello nazionale e locale i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione. C’è una forte preoccupazione, fra i lavoratori, per il clima di incertezza. Il 19 novembre a Roma si terrà un vertice del coordinamento nazionale di Fisascat Cisl e Uiltucs. In Friuli Venezia Giulia la Regione, con le banche di credito cooperativo, ha offerto una soluzione tampone per anticipare una mensilità, tramite un finanziamento a costo zero.
«È importante che si stia muovendo qualcosa – ha commentato il passo del governo Angelo Zaccaria (Uiltucs) –. Speriamo ora di risolvere questa situazione incresciosa. Se non si sblocca, nei prossimi giorni, agiremo».
«È un segnale molto positivo – osserva Roberto Del Savio (Fisascat Cisl) –. Il governo si sta muovendo nella direzione giusta, nel rispetto degli accordi bilaterali e del contratto: quello che avevamo chiesto».
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