Tragedia del Natisone, le famiglie delle vittime chiedono un risarcimento di 3,7 milioni di euro

La cifra (complessiva) è stata chiesta per danni patrimoniali, biologici e morali da parte delle famiglie di Bianca, Patrizia e Cristian, i tre ragazzi che persero la vita nell'improvvisa piena del fiume il 31 maggio 2024

Alessandro Cesare

Le famiglie di Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar, i tre ragazzi travolti dalla piena del fiume Natisone il 2 giugno 2024, si costituiranno parte civile nel procedimento a carico dei quattro indagati per omicidio colposo.

L’avvocato Maurizio Stefanizzi ha formalizzato giovedì 11 settembre l’istanza, chiedendo un maxi-risarcimento danni pari a 3,7 milioni di euro all’operatore Sores e ai tre vigili del fuoco coinvolti nell’inchiesta e, in solido, al ministero dell’Interno e all’Arcs, l’Azienda regionale di coordinamento per la salute del Friuli Venezia Giulia.

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L’abbraccio tra i tre ragazzi diventato il simbolo della tragedia del Natisone, a destra le loro foto a Premariacco

Il punto sul processo

I quattro indagati hanno scelto di saltare l’udienza preliminare preferendo il giudizio immediato. Una richiesta fatta in due momenti diversi, dando vita, per ora, a due udienze temporalmente separate.

Il primo a muoversi è stato l’avvocato Maurizio Miculan per conto di Michele Nonino, l’operatore Sores di 40 anni, che comparirà davanti al giudice Mauro Qualizza il 17 novembre. In seguito è toccato ai legali Stefano Buonocore e Alfonso Mangoni per Andrea Lavia, 60 anni, Enrico Signor, 59 anni, e Luca Mauro, 50 anni, tutti e tre vigili del fuoco, che sono attesi in aula davanti al giudice Daniele Faleschini Barnaba per il 2 dicembre.

È molto probabile, però, che alla prima udienza le parti chiederanno l’unificazione dei procedimenti, considerato il capo di imputazione comune.

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L’avvocato Stefanizzi ha presentato il primo atto di costituzione di parte civile al tribunale relativamente al processo del 17 novembre. Nei prossimi giorni farà lo stesso per l’udienza del 2 dicembre. Un documento di 12 pagine nel quale si chiede il «risarcimento dei danni morali e materiali cagionati dalle condotte poste in essere dagli imputati».

Nello specifico «condotte colpose concorrenti» dei quattro indagati, attraverso le quali, «per imperizia, negligenza e imprudenza, veniva cagionata la morte di Cristian, Bianca e Patrizia».

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L'abbraccio dei tre giovani prima di sparire nelle acque del Natisone e i soccorsi sul luogo della tragedia

Partendo da qui Stefanizzi ha quantificato il danno patrimoniale e non, biologico e morale causato alle famiglie dei tre giovani. Per il legale i tre ragazzi potevano essere salvati se il coordinamento tra i soccorritori avesse funzionato a dovere, inviando tempestivamente a Premariacco, sotto il Ponte Romano, un elicottero. Invece Bianca, Cristian e Patrizia sono rimasti in balia del Natisone per 40 minuti prima di essere trascinati via dalla corrente e annegare.

Stefanizzi ha sottolineato l’impatto devastante patito dalle famiglie, che «hanno vissuto interminabili momenti di angoscia quasi in diretta televisiva», con la conseguenza «di un trauma psicologico ancora più profondo e con la trasformazione di un dolore insopportabile in un’esperienza straziante e segnante».

Nel documento si parla anche del fatto che «un intervento tempestivo avrebbe potuto salvare i ragazzi, e questo ha aggiunto un senso di rabbia, frustrazione e disperazione alla insostenibile sofferenza».

Tutti elementi che hanno portato a una quantificazione del danno di 1.269.272 euro per la famiglia di Patrizia (mamma Mihaela, papà Ioan e sorella Giulia), di 1.201.665 per quella di Bianca (papà Grigore, mamma Rodica e sorella Sabina), 1.243.440 euro per i familiari di Cristian (papà Petrui, mamma Ana e fratello Petru).

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