Il ministro venezuelano: «I diritti umani di Trentini non sono violati»

Il referente degli Esteri del Governo Maduro in una intervista alla Cnn sul cooperante veneziano detenuto da 300 giorni: «E’ sotto processo». Le reazioni della politica che chiede l’immediata liberazione del connazionale incarcerato senza sapere il perché

Una manifestazione per la liberazione di Trentini con la mamma Armanda (al centro), don Ciotti e i genitori di Giulio Regeni
Una manifestazione per la liberazione di Trentini con la mamma Armanda (al centro), don Ciotti e i genitori di Giulio Regeni

«Conosco bene il caso di Alberto Trentini, i suoi diritti umani non sono stati violati: ha un avvocato, è sotto processo, c'è un'azione legale e seguirà il suo corso».

Lo ha affermato il ministro degli Esteri del Venezuela, Ivàn Gil, in un'intervista a Cnn Venezuela, rispondendo a una domanda sul cooperante veneziano detenuto nel Paese sudamericano da 300 giorni.

I trecento giorni di angoscia per Alberto Trentini
Il cooperante veneziano Alberto Trentini

Le reazioni

«Da 300 giorni Alberto Trentini è letteralmente ostaggio di Stato in Venezuela. Detenuto in un carcere di Caracas senza sapere perché, senza che il consolato abbia potuto incontrarlo, senza processo. Una situazione che meriterebbe la massima attenzione da parte delle nostre autorità. Il governo italiano invece non sembra finora essersi occupato di lui come il caso meriterebbe. Torniamo quindi a chiedere di valutare attentamente la nostra richiesta di una missione parlamentare che possa recarsi a Caracas, incontrare Alberto, verificare le sue condizioni e aprire un canale diplomatico che porti alla sua scarcerazione e al rientro in Italia». Lo dichiara Laura Boldrini, deputata del Pd e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.

Il buco nero che inghiotte Alberto Trentini e il silenzio assordante delle istituzioni
Fulvio ErvasFulvio Ervas
La stretta di mano tra la mamma di Alberto Trentini e il direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera

«A 300 giorni esatti dal suo arresto vogliamo ribadire con forza, insieme alla solidarietà e alla vicinanza personale e politica alla famiglia, il nostro impegno affinché le istituzioni italiane non tralascino nessuno sforzo o tentativo per porre fine a questo supplizio. Abbiamo assicurato al governo tutta la discrezione e collaborazione del caso, da tempo tuttavia chiediamo che intensifichi i suoi sforzi, coordinando meglio le iniziative che fino ad oggi non hanno portato a nessun risultato. Così Peppe Provenzano, responsabile esteri nella segreteria Pd.

«La detenzione ingiusta, priva di accuse formali, di Alberto Trentini in Venezuela ha toccato i 300 giorni: un tempo enorme, trascorso in assenza di significativi spiragli che possano far pensare ad una sua liberazione. Un tempo che non può protrarsi ulteriormente in questo limbo insopportabile per il cooperante, per la sua famiglia e per chi crede nei diritti umani». Lo dichiarano i consiglieri del Pd in Regione Veneto.

«A trecento giorni dall'arresto in Venezuela, il pensiero va ad Alberto Trentini e alla sua famiglia. Dal 15 novembre scorso seguiamo con preoccupazione una vicenda che non può essere dimenticata». Lo scrive, in un post su Facebook, il senatore veneziano Andrea Martella, segretario regionale del Pd del Veneto.

«Abbiamo chiesto, anche con diversi atti parlamentari, al Governo - ricorda Martella - di fare tutto il possibile per porre fine a questa drammatica detenzione, anche assicurando la massima collaborazione del Pd. Ora gli sforzi devono essere intensificati, a partire dalla riprogrammazione della missione dell'inviato speciale Luigi Vignali. Il fatto che finora non si sia giunti a un risultato non è accettabile. Alberto va riportato a casa, la sua libertà deve essere una priorità per il nostro Paese», conclude.

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