L’assessora Colonnello è incinta e abbraccia il Pride: «Bimbo, ti regalerò un fiocco arcobaleno»

Diecimila in corteo per manifestazione Lgbtqia+: un momento di festa ma anche di lotta in difesa di tutti i diritti civili

Manuel Trevisan
Diecimila persone in corteo a Padova per il Pride
Diecimila persone in corteo a Padova per il Pride

«Cara bambina, caro bambino, non ti regalerò né il fiocco rosa né quello azzurro. Ti regalerò un fiocco arcobaleno perché i colori sono tutti bellissimi. E poi sceglierai tu: sarà il rosa, sarà il blu, o il verde, il rosso o il giallo. Spero solo che tu non scelga mai i colori della paura. Spero tu non scelga di diventare xenofobo o omofoba». Presto Padova accoglierà un nuovo cittadino o una nuova cittadina: l’assessora Margherita Colonnello è infatti in dolce attesa. Non sappiamo ancora, però, se sarà una bimba o un bimbo. Non lo ha voluto specificare. Perché, in fondo, non è così fondamentale saperlo: l’amore supera il binarismo di genere. Abbatte le barriere, è accogliente e inclusivo.

L'assessora Margherita Colonnello
L'assessora Margherita Colonnello

Ieri pomeriggio, poco prima della partenza del corteo del Padova Pride, che ha radunato in città 10 mila persone, l’assessora ha letto una lettera parlando al suo pancione. Quello che è certo è che, chiunque lui o lei deciderà di essere, potrà scegliere, e che non sarà mai da solo o da sola. «Farò in modo di aiutarti ad avere coraggio. Perché se avrai coraggio non conoscerai il mondo secondo il bianco o il nero, ma secondo i mille colori della bellezza. Ora è il tempo di marciare. Ci hanno preceduto molte persone».

La città dei diritti

Sono anni che Padova è in prima linea nella difesa dei diritti della comunità LGBTQIA+. Lo testimonia il Pride, una delle manifestazioni più partecipate in Italia. E anche il supporto di un’amministrazione che quando c’è stato da prendere posizione non si è mai tirata indietro.

Pride Padova: diecimila in corteo per i diritti

«Sono orgoglioso di essere padovano perché Padova ha dimostrato di stare dalla parte giusta» dice l’eurodeputato Alessandro Zan. «Anche di fronte a una circolare violenta del ministro Piantedosi che ha trascinato 37 famiglie in tribunale, creando uno stigma per le bambine e i bambini. Fortunatamente abbiamo una Costituzione e una Corte costituzionale che ha riconosciuto che l’interesse dei bambini vale sopra ogni altra cosa e che riconoscere entrambe le mamme significa rispettare questo interesse. Padova si dimostra quindi un faro per i diritti e il Pride di oggi è un momento di festa ma anche di lotta».

Insieme a Zan, nello spazio istituzionale, anche il vicesindaco Andrea Micalizzi, l’assessora Colonnello, la consigliera Etta Andreella, i consiglieri Pietro Bean e Bruno Cacciavillani e la deputata dem Rachele Scarpa. Subito dopo gli striscioni di Arcigay, degli studenti dell’Udu e delle Famiglie Arcobaleno.

«Oggi è una giornata di grande festa» dice Daniela Ghiotto del direttivo di Famiglie Arcobaleno. «La sentenza della Corte Costituzionale è stata un risultato storico: finalmente dopo anni di lotta le figlie e i figli di coppie di donne possono avere pari diritti di quelli delle cosiddette famiglie tradizionali. La giornata di oggi, oltre ad essere un momento di festa, rimane però un momento di lotta e rivendicazione, per tutti quei diritti che ancora vengono negati alla comunità LGBTQIA+».

Lotta intersezionale

La marea arcobaleno che ha invaso Padova ieri pomeriggio ha davvero ridisegnato la città, come recita lo slogan scelto per la manifestazione di quest’anno. Lo ha fatto unendo varie rivendicazioni e rendendo la lotta del Pride una lotta intersezionale: dai diritti della comunità queer a quelli delle persone palestinesi, dai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori a quelli della comunità studentesca.

 

Per questo, oltre alle tantissime bandiere con i colori dell’arcobaleno, hanno svettato in cielo anche bandiere con i colori rosso, nero, bianco e verde della Palestina.

«Oggi siamo in piazza anche per chiedere la fine del genocidio a cui stiamo assistendo, la fine degli accordi che il Governo italiano ha con Israele e la liberazione del popolo palestinese» dice Chiara Cuccheri, portavoce della manifestazione.

Non mancavano anche riferimenti ai referendum dell’8 e 9 giugno. «Togliere un diritto a un cittadino, come quelli sul lavoro o sulla cittadinanza, significa togliere diritti a tutti. Il Pride è una grande onda che si occupa dei diritti di tutte le persone» specifica Zan.

«Come studenti e studentesse siamo oggi in piazza perché pensiamo sia fondamentale difendere i diritti della comunità queer e di tutte le comunità marginalizzate» dice Moony Alba di Udu Padova.

 

«Per questo abbiamo approvato una mozione nel consiglio degli studenti per chiedere all’Ateneo di aderire e sponsorizzare il Padova Pride perché crediamo che anche l’Università, come istituzione fondamentale del territorio, debba esporsi su questi temi e lavorare sempre di più per creare ambienti inclusivi per la propria comunità».

In piazza anche la polisportiva Momo, un’associazione sportiva LGBTQIA+ nata nel 2006 per promuovere lo sport in maniera inclusiva.

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