A Treviso, alunno violento i compagni restano a casa

Clamorosa protesta dei genitori degli scolari di una quinta elementare Una mamma: «Sono mesi che va avanti così». Un papà: «La scuola intervenga»

TREVISO. Bambino iperattivo in classe, i genitori degli altri alunni decidono di non mandarli a scuola. È successo ieri mattina alla scuola primaria Giovanni XXIII di Treviso.

Un gesto clamoroso: papà e mamme dei bimbi, hanno attuato l’estrema protesta a seguito del comportamento ritenuto violento da parte di un bambino certificato iperattivo. Il bambino si è così ritrovato da solo in aula, con gli insegnanti.

L’azione dei genitori - che si dicono esausti e risoluti a ritirare in massa i loro figli se non viene trovata una soluzione - continuerà anche nei prossimi giorni.Nelle ultime settimane - affermano i genitori - nonostante la presenza costante di un insegnante di sostegno, le manifestazioni violente del bambino sono continuate e hanno costretto alle cure del pronto soccorso un insegnante, un collaboratore scolastico e un compagno di classe.

«La scuola ha già messo in atto tutte le risorse a disposizione per gestire la situazione ma servono altri interventi», afferma il rappresentante dei genitori Lorenzo Donè, «sono mesi che viviamo questa difficile situazione: quotidiani i casi di aggressione del bambino verso i compagni di classe e di scuola, gli atti di violenza con distruzione di materiale scolastico, minacce, prepotenze. Il diritto allo studio di uno non può pregiudicare quello degli altri 120 bambini». «Non ho intenzione di far crescere mia figlia nella violenza, ogni giorno temo per la sua incolumità e in più mancano totalmente i presupposti per un’adeguato svolgimento del programma», afferma una mamma.

Ieri mattina i genitori si sono così ritrovati tutti fuori da scuola e di comune accordo hanno deciso di non far entrare i loro figli, e lo stesso succederà nei prossimi giorni.

«Questa è un’istigazione all’emarginazione», è stato invece l’amaro commento della mamma del bimbo iperattivo «mio figlio ha bisogno di aiuto».

Lo scorso 20 settembre, la dirigente scolastica aveva applicato un decreto di sospensione del bambino certificato, per garantire la sicurezza degli altri alunni in attesa dell’insegnante di sostegno; successivamente l’atto di sospensione venne revocato per le proteste dei genitori del bimbo difficile. La speranza che l’attivazione del sostegno potesse risolvere il problema è risultata vana.

«A noi, insegnanti e dirigenti, dispiace moltissimo», afferma la preside Busatto, «è una sconfitta per la nostra scuola, ci siamo impegnati al massimo su tutti i fronti ma occorre la collaborazione di tutti. Mi auguro davvero che per il bene dei bambini venga trovata una soluzione al più presto».

Saranno i dirigenti scolastici, ora, a dover trovare una difficile via di uscita.

(Marzia Urettini)

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