Alpini, alpini ovunque e Treviso si svuota

La città chiusa al traffico, per chi arriverà con mezzi propri saranno guai Un’avanguardia di 35 mila già accampati, grande lavoro per i locali
Di Andrea De Polo
agostini agenzia foto film adunata alpini
agostini agenzia foto film adunata alpini

TREVISO. La città si è consegnata agli alpini. Il giorno che Treviso aspettava dall’ottobre 2015, mese dell’assegnazione, come un’Olimpiade, almeno secondo le parole del sindaco Manildo, è arrivato in una mattinata fredda e grigia che di maggio aveva davvero poco, se si esclude l’invasione colorata di almeno 35 mila alpini da tutta Italia. Trentacinque mila, sufficienti a dare l’impressione di una città totalmente cambiata, eppure sono soltanto meno di un decimo di quelli che dovrebbero arrivare oggi e domani. Che il clima fosse quello delle grandissime occasioni lo si era capito già da mercoledì notte, con i primi cori, i capannelli, il profumo di carne e le bottiglie. Anche i primi eccessi (un ragazzo ha scatenato una rissa dopo aver alzato il gomito, qualcuno ha cercato di entrare in centro con i “trabiccoli” nonostante l’ordinanza contraria), messi in preventivo pure quelli, ma il bilancio generale è stato positivo. I trevigiani, però, sono rimasti sullo sfondo. Qualcuno, anzi, di Adunata non ha voluto saperne, e ha lasciato la città. Anche fra i commercianti.

Luna di miele a metà. In realtà il primo (duro) impatto con l’Adunata i trevigiani ce l’avevano avuto martedì mattina, con il traffico completamente paralizzato a causa dei cantieri dell’evento e della soppressione dei primi parcheggi. Ieri lo stop totale al traffico, dalle 16, non ha avuto esiti nefasti, perché dopo la scottatura di due giorni prima nessuno si è fatto cogliere di sorpresa. L’impressione è che più di qualcuno abbia risolto il problema alla base: ci vediamo lunedì, buona festa, ma noi ce ne andiamo. Secondo le stime ufficiali, lo avrebbero fatto in 500: è la differenza, secondo il Comune, tra il totale dei pass per entrare e parcheggiare in centro a disposizione dei residenti e quelli effettivamente ritirati.

Mille posti di lavoro. Pure tra i commercianti c’è chi ha gettato la spugna anzitempo, e non è difficile trovare attività dentro il perimetro delle mura con affisso il cartello “Chiuso per Adunata”, “Buona festa, ci vediamo lunedì”. I numeri, però, dicono che Ascom Confcommercio nell’evento ci ha creduto eccome: negli ultimi mesi gli esercenti hanno stipulato oltre un migliaio di contratti a tempo determinato per baristi, commessi, collaboratori in previsione della pacifica invasione. Qualcuno, al massimo, si è lamentato perché si è trovato di fronte uno degli stand dell’organizzazione per la fornitura di cibo e bevande. Una concorrenza serrata che gli osti del centro provano a combattere, da mesi, con vetrine colorate di tricolori, vecchie divise alpine, foto della naja, pacchetti “birra e panino” a prezzi stracciati.

La carica dei 400 mila. Qualche grattacapo ce l’avrà chi, da oggi a domenica, cercherà di raggiungere Treviso con mezzi propri. Il treno dovrebbe essere una garanzia. Su tutto il resto, gli stessi trevigiani hanno le idee confuse. In centro non si entra in auto, nemmeno ci si avvicina, perché le chiusure iniziano già nei Comuni limitrofi e i parcheggi da cui partono i bus navetta, nei pressi delle uscite di Treviso Nord e Sud dell’A27, andranno esauriti dalle prime ore del giorno. Già da stamattina, primo giorno (feriale) di chiusura totale al traffico, Treviso testerà la sua tenuta: sono attese 400 mila persone.

I numeri. L’hanno già chiamata l’Adunata dei record, e in effetti i numeri sono impressionanti. Treviso ha affisso 30 mila bandierine tricolori “ufficiali”, più qualche altro migliaio sui balconi delle case private. Fuori mura, cioè lungo il perimetro esterno del centro storico, ci sono 168 stand di ambulanti, in centro altre decine collocate dal Coa, il comitato organizzatore. La tribuna delle autorità allestita per la maxi sfilata di domenica (12 ore, dalle 8 alle 8) è capace di contenere 900 posti. Mentre i fusti di birra di cui sono riforniti gli stand contengono circa 150 mila litri.

Viabilità. Erano annunciati e sono arrivati. Sia i varchi che hanno chiuso al traffico il centro storico e la prima periferia, sia gli alpini e gli ambulanti che hanno occupato piazzole, strade, prati con tende e bancarelle. Treviso è entrata a piedi pari nei tre giorni dell’adunata. Buona parte del centro storico era già vuota ancor prima che i vigili e il personale della protezione civile tirassero le transenne che alle 13 hanno chiuso gli accessi all’area entro mura, ma per i vigili urbani e il personale di sorveglianza è stata comunque una giornata dura, difficile. Soprattutto dalle 16 in poi quando è scattata la seconda fase del piano per la limitazione del traffico in tutta l’area tra Strada Ovest, tangenziale, Fiera, viale Brigata Marche e via Ellero. In alcuni varchi la polizia locale si è trovata senza cartelli di divieto, ma con solo le transenne, poco visibili di notte.

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